Art.1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

mercoledì 30 ottobre 2013

D'Alia, necessario un ragionamento su unificazione forze di sicurezza

Un confronto a Messina tra il ministro D’Alia e il segretario generale del Silp Cgil, Tissone, nel corso di una Tavola rotonda.
Attenzione alle specificità del comparto, tentativo di reperimento risorse per turn-over ma anche l’apertura di un ragionamento sulla possibilità di unificare le forze di sicurezza. Mentre a Roma davanti a Montecitorio i sindacati di polizia manifestavano contro i tagli previsti nella legge di stabilità, a Messina, nel corso di una Tavola rotonda organizzata dal Silp e dalla Cgil provinciali, si è registrato un interessante faccia a faccia tra il ministro della Funzione pubblica, Gianpiero D’Alia e il segretario generale del SILP, Daniele Tissone.
Tissone ha ribadito la necessità di correggere l'attuale legge di stabilità che, oltre a prevedere un ulteriore anno di blocco contrattuale per il comparto prosegue con interventi che penalizzano il sistema delle Pubbliche Amministrazioni con una pesante ricaduta sul sistema sicurezza e ha chiesto l'apertura di un tavolo contrattuale non solo normativo, il rapido avvio del fondo previdenziale nonché la revisione del taglio degli straordinari e le modifiche sul turn-over che, in caso di assenza di interventi, ridurranno ulteriormente gli organici e la presenza delle forze di polizia sul territorio in particolare in quelle aree del paese in cui si rende necessaria una maggior presenza finalizzata al contrasto della criminalità organizzata.
Richieste alle quali il ministro D’Alia ha replicato osservando che occorre fare i conti con il contenimento delle spese ma si sta facendo di tutto per riconoscere la specificità al comparto attraverso il reperimento di nuove risorse”. In particolare sul turn over D’Alia ha parlato di una somma compresa tra i 50 e i 100milioni di euro da rendere disponibile nell’immediato.
Il ministro si è poi impegnato ad avviare un confronto anche sulla previdenza complementare per il comparto ma ha sottolineato l’esigenza di una più generale riorganizzazione delle forze di sicurezza e dei presidi ad esse collegate sul territorio. “Non possiamo più evitare un ragionamento sulla possibile unificazione delle forze di sicurezza e su una riorganizzazione della presenza delle strutture ad esse collegate sul territorio”.
Al ministro, Tissone ha ricordato che in caso di assenza di interventi gli organici e la presenza delle forze di polizia sul territorio si ridurranno ulteriormente con conseguenze tanto più pesanti sulla gestione della sicurezza e la prevenzione nelle aree a maggiore rischio criminalità organizzata.
rassegna.it

lunedì 28 ottobre 2013

Allievi Agenti della Polizia di Stato del 186° corso - la circolare ministeriale per la fruizione del vitto e la nostra risposta

Dopo la nota di protesta della nostra Segreteria Nazionale, il Dipartimento della PS ha emanato la circolare che pubblichiamo per chiarire le mopdalità di fruizione del vitto per i frequntatori del 186° corso Allievi Agenti della Polizia di Stato.
Si tratta di una nota che appare contradditoria in alcune parti, ragione per cui abbiamo chiesto un ulteriore chiarimento all'Ufficio Relazioni Sindacali.
Sulla scorta di quanto contenuto nella circolare, con nota di ieri, lunedì 28 ottobre, abbiamo ribadito al Questore di Torino la necessità di andare incontro alle legittime richieste dei nuovi lavoratori.
Nicola Rossiello

sabato 26 ottobre 2013

Allievi del 186° corso - le criticità che il SILP CGIL ha contestato a Torino.

Come organizzazione sindacale della CGIL siamo stati accanto agli allievi del 186° corso per la durata del corso, ne abbiamo condiviso l'avvicinamento al percorso professionale che dal 7 ottobre ha portato gli allievi nelle sedi di destinazione. Quelli giunti a Torino hanno immediatamente sperimentato le difficoltà che spesso caratterizzano la vita della nostra Amministrazione. Sono emerse, infatti, alcune criticità rilevanti.
 
A questi "lavoratori" - non "ragazzi" come qualcuno si ostina a definirli impropriamente - spetta, durante tutto il periodo di tirocinio presso ogni sede di assegnazione, il vitto completo comprensivo di prima colazione.
A Torino, salvo poche eccezioni, gran parte dei nuovi arrivati alloggia nel centro polifunzionale di via Veglia, mentre la mensa di servizio individuata per la fruizione dei pasti è quella della caserma "Balbis". Le due sedi distano circa 7 km l’una dall’altra e richiedono una percorrenza in auto di poco meno di mezz’ora. Dal 7 ottobre scorso, per poter consumare i pasti sono costretti a sostenere un’evidente spesa in termini di spostamento e di parcheggio dei veicoli nelle aree di sosta a pagamento. La navetta messa a disposizione o l’alternativo uso dei mezzi pubblici li obbliga ad una permanenza di svariate ore a bordo di questi mezzi di trasporto.
Il risultato è che ogni lavoratore tirocinante, nella più favorevole ipotesi di poter consumare almeno un pasto in mensa, sostiene una spesa quotidiana di almeno una ventina di euro che equivale a circa 600 euro mensili!
 

Ci è parso doveroso sollecitare l'Amministrazione per trovare una diversa soluzione.
La prima ipotesi che abbiamo prospettato è stata quella di suggerire la consumazione del vitto e colazione presso la mensa del V Reparto Mobile, la quale si trova a poche centinaia di metri dagli alloggi. La seconda ipotesi è stata quella di procedere alla stipula di una convenzione con gli esercizi commerciali situati nelle immediate vicinanze degli alloggi come avviene per le altre Questure.
Si tratta di soluzioni di evidente ragionevolezza che risparmierebbero ai tirocinanti: di sostenere rilevanti spese in un contesto economico generale particolarmente critico, di garantire loro pasti adeguati e regolari, di recuperare tempo
utile per il riposo e per l’effettuazione dei personali impegni, e in ultima analisi, ma non per questo di minore importanza, di ridurre la circolazione veicolare e migliorare la qualità dell’aria di una città che è classificata come l’ottava al mondo per livelli di inquinamento.

Naturalmente abbiamo anche contestato la disposizione che impone il rientro dei lavoratori negli alloggi entro l'una di notte. Si tratta infatti di una determinazione che non trova alcun riscontro normativo e regolamentare, nè applicazione in alcuna provincia d'Italia.
Il Decreto del Capo della Polizia Direttore Generale della PS n. 500.C1/C.1E(186)3 del 23 agosto 2013, con il quale si sancisce il percorso di applicazione pratica del 186° corso, non prevede restrizioni in tal senso e considera i lavoratori alla stregua del personale dei ruoli effettivi, limitandone esclusivamente l’impiego in modalità isolata e priva di affiancamento da parte di personale esperto.
I lavoratori non sono più ospiti di istituti di istruzione, all’interno dei quali valgono le regole di convivenza di comunità; hanno alle loro spalle una precedente esperienza professionale nell’Esercito, anche di numerosi anni, pertanto non possono essere considerati cittadini e operatori di polizia privi della necessaria consapevolezza e responsabilità del proprio ruolo sociale e professionale.
Come organizzazione sindacale della CGIL non possiamo che sottolineare e condividere la frustrazione dei nuovi colleghi che oggi si sentono umiliati ed estranei alla nostra Amministrazione, per questo abbiamo chiesto al Questore di rivedere la disposizione dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale che impone il rientro monacale.

 
Nicola Rossiello

venerdì 25 ottobre 2013

Un delegato deve saper ascoltare

Nico Malossi, Umbra Cuscinetti. "Ogni giorno mi vengono a cercare, chiedono consiglio, si confidano anche su situazioni personali. E da loro sento storie che sembrano uscite fuori dagli anni '50".

“Faccio il delegato sindacale in un'azienda in cui lavorano 700 persone, un'azienda che va bene, nella quale molti vorrebbero lavorare. Ma questo non significa che i lavoratori qui da noi non abbiano problemi nelle loro vite quotidiane. Ogni giorno mi vengono a cercare, chiedono consiglio, si confidano anche su situazioni personali. E da loro sento storie che sembrano uscite fuori dagli anni '50, ma che invece avvengono oggi, proprio qui, nel nostro territorio”.
Fare il rappresentante sindacale ai tempi della crisi significa anche questo, anche in una realtà sana come la Umbra Cuscinetti, dove lavora Nico Malossi, 38 anni, sposato con due figlie, membro della Rsu eletto nelle liste della Fiom Cgil. Nico svolge questo ruolo con impegno e dedizione ormai da 6 anni: “Essere delegato ti permette di avere un punto di vista privilegiato su tutto quello che accade in azienda – spiega - devi relazionarti con tutti, dall'amministratore delegato all'operaio che è entrato il giorno prima, quindi hai una visione complessiva. Ma tu ci devi mettere tanto impegno e tutta la disponibilità necessaria ad ascoltare i colleghi, anche quando la pensano diversamente da te o appartengono a una diversa cultura sindacale”.
E, come detto, ascoltando, ogni tanto ci si imbatte in storie che si pensava appartenessero ad un passato ormai lontano. Sono storie di quotidiana ingiustizia, che specialmente negli ultimi anni di crisi si sono riaffacciate con prepotenza nella quotidianità italiana. “Mi raccontano della moglie, che magari lavora in nero e non ha diritti, mi raccontano dei figli sottopagati, con lavori che sai quando entri ma non quando esci – spiega ancora il delegato della Fiom – lavori che magari fino a qualche anno fa tutti avrebbero rifiutato, ma che oggi invece si tengono stretti, perché là fuori non c'è altro”.
E infatti, alla Umbra Cuscinetti c'è la fila per chiedere lavoro. Perché nella grande fabbrica di Foligno (la più grande del comprensorio, una delle più grandi della regione) i diritti sono rispettati e la paga a fine mese garantita. “Ma i lavoratori non sono tranquilli lo stesso – insiste Malossi – non lo sono per esempio quando pensano alla pensione, dopo la riforma Fornero che ci ha tagliato le gambe e contro la quale anche la risposta del sindacato non è stata sufficiente”. Il carovita e l'aumento della pressione fiscale “che si mangiano sempre più il nostro potere d'acquisto” e più in generale una “sfiducia crescente nella possibilità che questa politica cambi le cose”, sono i sentimenti ormai più diffusi tra i lavoratori, anche alla Umbra Cuscinetti.
E poi ci sono le divisioni sindacali, altra fonte di preoccupazione. “Non è un caso che gli ultimi rinnovi contrattuali non abbiano saputo difendere i nostri redditi – prosegue il delegato Fiom – e di questo c'è consapevolezza tra i lavoratori. Perciò come Fiom chiediamo da tempo una legge sulla rappresentanza”. Per fortuna, all'interno della Umbra invece i rapporti tra organizzazioni e soprattutto tra delegati sono sempre stati positivi, come lo sono le relazioni con l'azienda, “anche se questo magari comporta vedersi qualche volta di più”, osserva Malossi.
E questo è il maggiore motivo d'orgoglio per il delegato Fiom Malossi: "Siamo la dimostrazione che Marchionne ha torto marcio e che si può fare impresa con successo in Italia, con una proprietà legata al territorio e rispettando i diritti dei lavoratori e del sindacato, pure della Fiom".
 
rassegna.it

Successo della nostra iniziativa di lunedì 21 ottobre scorso sulle pensioni del Comparto Sicurezza/Difesa

 
Ha riscosso un grande successo l'iniziativa che la nostra Organizzazione ha promosso insieme alla struttura provinciale, all'INCA e alla CGIL.
Molti lavoratori hanno presenziato in regime di autoformazione e alcuni di essi sono stati inviati dall'Amministrazione per un vero e proprio aggiornamento professionale sulla materia della previdenza,m delle cause di servizio e danni da lavoro.
I lavori, moderati da Nicola Rossiello, il quale ha curato il costante contatto con molte delle sedi del nord Italia collegate in videoconferenza, ha tegistrato gli interventi particolarmente apprezzati di Camillo Bruno, Lorenza Festucci, Lalla Spione, oltre a Donata Canta, Massimo Pozzi, Pierluciano Mennonna e del Questore di Torino, Antonino Cufalo. Tra il pubblico l'On.le Anna Rossomando e il Sen. Stefano Esposito.

Sono state esaminate le più recenti modifiche introdotte nel sistema previdenziale dei lavoratori del Comparto Sicurezza/Difesa e Soccorso Pubblico e sono state presentate le enormi potenzialità dell'Inca CGIL, in grado di accompagnare i lavoratori nell'ambito previdenziale sotto ogni profilo.
Il SILP CGIL e l'INCA CGIL hanno adeguato i propri strumenti e le specifiche conoscenze, che nessuna organizzazione sindacale di poliza è in grado di garantire, consegnando ai lavoratori uno strumento unico, grazie al quale sarà possibile documentare, istruire, certificare e inoltrare le domande di pensionamento di tutti i lavoratori – compreso l’obbligatorio invio telematico - secondo la metodologia indicata dall’ente previdenziale, garantendo il lavoro fino a ieri effettuato dagli Uffici amministrativi dell'Amministrazione.

I lavoratori interessati ad approfondire le questioni previdenziali, cause di servizio e danni da lavoro potranno contattare i nostri Uffici al n. 011.24421 o sollecitare i nostri delegati di base.
L'Inca Cgil è un ente privato che offre servizi di pubblica utilità, tutela e promuove i diritti riconosciuti a tutte le persone dalle disposizioni normative e contrattuali - italiane, comunitarie e internazionali - riguardanti il lavoro, la salute, la citadinanza, l'assistenza sociale ed economica, la previdenza pubblica e complementare.

L'area della previdenza è tradizionalmente al centro dell'intervento dell'Istituto, che si è accreditato negli anni come punto di riferimento per le tematiche che riguardano la vita lavorativa, l'accesso alla pensione e la gestione dei trattamenti pensionistici. L'attività che l'Inca svolge in quest'area ha subito nel corso degli ultimi anni significative trasformazioni. All'assistenza di tipo tradizionale, incentrata sulla compilazione e presentazione delle diverse domande tese ad ottenere le prestazioni, si sono affiancati interventi adeguati alle modifiche del quadro normativo di riferimento, in materia di trattamenti previdenziali obbligatori e complementari; alla comparsa di nuove figure lavorative (lavoratori a progetto, soci lavoratori di cooperative, collaboratori occasionali, lavoratori a partita Iva); all'instabilità del mercato del lavoro, acuita negli anni dalla crisi economica e globale.

L'attività si va oggi configurando sempre più come consulenza globale per tutto ciò che riguarda il percorso previdenziale individuale, per previdenza obbligatoria e complementare. L'assistenza e la tutela individuale, che l'Inca offre supporta le persone per tutto l'arco della vita. L'Inca, dunque, è al fianco dei suoi assistiti in ogni evento della vita con un'offerta specifica di servizi per ciascuno di essa.

Nell’ambito dell’attività riguardante la salute nei luoghi di vita e di lavoro, l'Inca sin dalle origini ha caratterizzato la sua azione per contrastare il fenomeno degli infortuni e l’emersione delle malattie professionali. In particolare offre informazione e stimolo alla promozione della cultura della salute e del benessere nei luoghi di vita e di lavoro, nei confronti di tutte le persone e, in particolare, dei lavoratori, in stretta relazione con le politiche di prevenzione degli infortuni sul lavoro della Cgil. Garantisce l’assistenza nel far valere i diritti nei casi in cui il lavoratore abbia subito un danno alla sua salute a seguito di infortunio sul lavoro e/o di una malattia professionale. Inoltre la sua attività è finalizzata a contrastare il lavoro nero, a denunciare eventuali violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e alla promozione per il potenziamento dei servizi di controllo. A questo proposito, si ricorda l'impegno profuso presso gli Enti istituzionali per la revisione e l'aggiornamento delle tabelle delle malattie professionali nonché per la semplificazione amministrativa di alcune forme di tutela delle vittime di infortuni e malattie professionali.

Per svolgere queste azioni l'Inca può contare sulla professionalità della rete di legali e medici convenzionati, formata da 570 professionisti, che prestano la loro attività a favore dei soggetti colpiti da danni da lavoro e da danni alla salute assistiti dall'Inca.

Sin dai primi anni cinquanta, l'Inca si è adoperata in favore dei nostri connazionali emigrati, operando per favorire la loro integrazione sociale nei Paesi esteri ospitanti e sviluppando rapporti di collaborazione con i sindacati, le Autorità e gli Enti previdenziali locali.
Con la sua attività ha avuto un ruolo decisivo nel promuovere il riconoscimento dei diritti per gli italiani residenti all'estero (cittadinanza, previdenza, accesso alla tutela sanitaria), creando uno stretto rapporto con le comunità degli italiani all'estero, come testimonia il fatto che l'Inca è radicata negli organismi di rappresentanza, come il Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero).
Dopo la lunga stagione di emigrazione, in Italia l'ingresso dei cittadini stranieri è diventato un fenomeno strutturale e fondamentale per il nostro paese e contribuisce in maniera considerevole alla composizione del Pil nazionale e all'incremento delle nascite.
L'Inca ha saputo costruire una nuova interlocuzione con le Istituzioni italiane, quali il Ministero dell'Interno, le Questure, le Prefetture, a vario titolo coinvolte nelle procedure di regolarizzazione dei migranti, svolgendo un'azione importante per la modifica delle normative in materia di migrazione.

Gli interventi dell'Inca a favore della famiglia si connotano per l'assistenza alle persone nell'ottenere sia prestazioni economiche di natura assistenziale, connesse con lo Stato Sociale e destinate a integrare il reddito dei beneficiari, sia il riconoscimento del diritto ad astenersi dal lavoro per determinati periodi in occasione di maternità e paternità.In particolare, le principali tipologie di attività riguardano l’informazione e l’orientamento per accedere ai congedi parentali e alle prestazioni economiche e ai trattamenti economici a sostegno del reddito familiare e individuale; supporto medico- legale e legale nel riconoscimento dell’invalidità e delle relative prestazioni economiche.

L'INCA CGIL è una straordinaria risorsa che mettiamo a disposizione dei nostri iscritti e di tutti i cittadini e lavoratori che intendono fruire dei servizi che nessuna altra organizzazione è in grado di offrire ai propri lavoratori.

martedì 22 ottobre 2013

MONICA CERUTTI - SEL "I dati e le storie del CIE di Torino. Confermate le nostre impressioni: il CIE va chiuso, è uno spreco di risorse umane ed anche economiche"

Siamo stati in visita al Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino: sono presenti 87 “ospiti”, 61 uomini e 26 donne. Ci dicono che la maggior parte di essi arrivano da una precedente esperienza carceraria oppure dal mondo della prostituzione. Si tratta dunque di persone che hanno già scontato la pena per la quale sono stati condannati oppure di donne che avrebbero bisogno di un aiuto per liberarsi dal peso dello sfruttamento.
Il CIE di Torino in origine poteva ospitare fino ad un massimo di 210 persone, oggi la capienza massima è di 98 “ospiti”, ma il numero di operatori che sono impegnati nella gestione del centro negli anni non è stato modificato. In poche parole il numero di persone che lavoravano nel CIE di Torino è lo stesso oggi, che può ospitare meno della metà degli ospiti, come ieri. Tutto ciò è anche dovuto alle continue rivolte all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione: è di oggi la notizia che sono stati arrestati tre immigrati ritenuti responsabili per i disordini al CIE di Gradisca, mentre uno è stato arrestato per i disordini a quello di Torino.
Abbiamo motivo di credere che il CIE di Torino sia gestito in modo dignitoso, se confrontato con altri, ma rimaniamo fermamente convinti che queste strutture debbano essere superate. L’età media degli ospiti all’interno del centro è di 31 anni; gli ospiti prevalentemente arrivano da Nigeria, Marocco, Tunisia e Albania; il consolato più collaborativo è quello del Marocco, mentre quelli meno collaborativi sono quelli di Tunisia, Senegal e Nigeria; i richiedenti asilo in totale sono 15.
Una storia ci ha colpito e crediamo possa essere l’emblea di come in Italia su questo fronte i problemi non siano mai stati affrontati con serietà. Abbiamo parlato con una ragazza bosniaca che dopo aver scontato una pena di 5 anni è stata rinchiusa presso il CIE. Questa ragazza è nata in Italia da genitori stranieri e non ha mai potuto richiedere la cittadinanza. La sua famiglia è in Italia e lei dentro il centro sta attendendo di capire se le autorità italiane decideranno di spedirla in un Paese, la Bosnia, che non conosce neppure e che quando lei è nata era sotto i bombardamenti.
A questa ragazza manca la cittadinanza, sconta una doppia pena e subisce il reato di clandestinità. L’emblea di tutto quello che non va della legge sull’immigrazione in Italia. Quella di oggi è la nostra ennesima visita al CIE di Torino, durante gli ultimi due anni lo abbiamo visitato mediamente ogni 45 giorni. Il Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola in Regione Piemonte sta lavorando ad un dossier che verrà presentato nei prossimi mesi.

mercoledì 16 ottobre 2013

Torino, 21 ottobre 2013 - Pensioni Comparto Sicurezza/Difesa L'iniziativa info/formativa del SILP CGIL Piemonte

 


Alla luce delle modifiche introdotte nel sistema previdenziale dei lavoratori del Comparto Sicurezza/Difesa e Soccorso Pubblico, abbiamo ritenuto di stare accanto ai lavoratori con un contributo rilevante in termini di conoscenza e strumenti d’intervento.
La recente riforma delle pensioni,
oltre a inglobare il nostro ente previdenziale nell’INPS, ha determinato una serie di novità.
La "riforma Fornero" ha introdotto significative novità normative dando il via a nuovi e inediti percorsi per i nostri lavoratori, anche dal punto di vista più strettamente burocratico.
Il SILP CGIL, insieme al Patronato INCA CGIL hanno adeguato i propri strumenti e le specifiche conoscenze, che nessuna organizzazione sindacale di poliza è in grado di garantire, realizzando uno specifico portale grazie al quale i nostri operatori delle sedi territoriali saranno in grado di documentare, istruire, certificare e inoltrare le domande di pensionamento di tutti i lavoratori – compreso l’obbligatorio invio telematico - secondo la metodologia indicata dall’ente previdenziale, in definitiva garantendo il lavoro che, fino ad oggi, veniva effettuato dagli Uffici amministrativi delle diverse Amministrazioni del Comparto.
Con questa iniziativa intendiamo informare i lavoratori sullo “stato dell’arte” della previdenza e formare gli operatori sugli strumenti necessari per le partiche di pensionamento, di causa di servizio e per le materie correlate degli operatori della sicurezza.
Il convegno “La previdenza del comparto sicurezza/difesa e il sistema servizi INCA CGIL”, si terrà Lunedì 21 ottobre 2013, nella Sala “Pia Lai” della CGIL Piemonte, via Pedrotti 5, a partire dalle ore 9.30.
Abbiamo previsto gli interventi di Pierluciano Mennonna (Segretario nazionale SILP CGIL), di Camillo Bruno (area previdenza SILP CGIL nazionale), di Lorenza Festucci (area danni da lavoro INCA CGIL nazionale), di Lalla Spione (INCA CGIL piemonte). 
Hanno preannunciato la loro partecipazione la Segretaria Generale della Camera del Lavoro Metropolitana, Donata Canta, il Questore di Torino, Dr. Antonino Cufalo, il Vicario, Dr. Giuseppe Ferrari.
A moderare il dibattito ci sarà Nicola Rossiello (Coordinatore nazionale e Segretario Generale del SILP CGIL Piemonte.
Per l’importanza, l’interesse e i contenuti dell’iniziativa abbiamo ottenuto il riconoscimento dell'iniziativa formativa, utile a garantire la partecipazione dei lavoratori di polizia in regime di “autoformazione” previsto dall’art. 20 del vigente ANQ.
L'esigenza di ridurre gli oneri economici ed ecologici di partecipazione da parte dei lavoratori di numerose sedi del nord e del centro Italia ci ha impegnati nella realizzazione di un progetto unico nel nostro ambito, quello di garantire alle sedi del SILP CGIL e della CGIl interessate il collegamento alla sede del convegno torinese grazie ad una piattaforma di videoconferenza della nostra Organizzazione, in colaborazione con lo staff del CESI regionale del Piemonte.
I partecipanti delle province più lontane potranno beneficiare dell'autoformazione senza lasciare il proprio territorio.
Si tratta di un'occasione unica per la competenza dei relatori che avrà un rilevante valore formativo per i lavoratori del Comparto, strettamente correlato agli sviluppi di una crisi economica e a riforme che condizioneranno il futuro dei lavoratori, delle loro famiglie e del nostro specifico settore del mondo del lavoro.
I lavori termineranno verso le ore 13.30.
L'iniziativa riguarda il sistema previdenziale di Polizia di Stato, Poliza Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ed Esercito e costituisce un importante passaggio informativo per i avoratori assunti più di recente nelle nostre Amministrazioni.
 
Info: SILP CGIL Piemonte - piemonte@silp.cgil.it - tel. 3357273789 - 3313763778
 
Per coloro che parteciperanno in "autoformazione" ai sensi dell’art. 20 comma 5 del vigente A.N.Q., la giornata sarà stornata dal computo delle sei giornate annue per l'aggiornamento professionale.  
 
Al termine dell'iniziativa ai partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione.
 
 
Clicca sull'immagine accanto per ingrandirla, stampare e compilare l’istanza di autoformazione.

 

mercoledì 9 ottobre 2013

Naufragio Lampedusa: il SILP CGIL aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale dell'11 ottobre prossimo

Il Silp aderisce alla giornata di mobilitazione indetta dai sindacati confederali, i quali  hanno proclamato una giornata di mobilitazione nazionale ‘Fermiamo le stragi nel Mediterraneo’ per chiedere “una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo”, che si svolgerà venerdì 11 ottobre, con iniziative che verranno definite a livello territoriale. “La tragedia di Lampedusa si aggiunge a decine di altre che si sono consumate negli ultimi anni e che sono costate la vita ad oltre ventimila persone: esseri umani che hanno lasciato il loro Paese fuggendo da guerre e persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore”. “Nel giorno del dolore, dell'indignazione e della vergogna per l'ennesima tragedia di morte nel "mare nostrum" per fermare i viaggi dell'orrore e per fare in modo che l'esortazione gridata da tutti non sia vana, le Confederazioni, nel segno di cordoglio e solidarietà, indicono una mobilitazione nella giornata di venerdì 11 ottobre 2013 per una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo”.Il SILP CGIL non restera' in silenzio di fronte al ripetersi di queste tragedie. Il mondo del lavoro si mobilita perché all'indignazione ed al dolore possa seguire la ricerca di soluzioni concrete.

martedì 8 ottobre 2013

Pensioni: Cgil, legge Fornero iniqua e insostenibile

"La vicenda esodati non e' affatto risolta e il sistema pensionistico prodotto dalla Legge Fornero e' insostenibile per gli effetti devastanti che produce sul mercato del lavoro, oltre che sulla condizione delle persone. E I ripetuti annunci sugli studi che sarebbero in corso rischiano di creare solo confusione". Lo afferma in una nota il segretario nazionale della Cgil, Vera Lamonica, commentando le parole del ministro Giovannini nell'audizione di oggi. "La Legge Fornero e' socialmente insostenibile - sottolinea il segretario della Cgil - e non si puo' liquidare il tema della flessibilita' come non proponibile".

Immigrazione: Camusso, firma appello di Repubblica. Abolire legge Bossi-Fini

Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso ha sottoscritto l'appello lanciato quest'oggi di Repubblica per l'abolizione della legge Bossi-Fini, un'iniziativa che ha già raccolto oltre 7mila adesioni. Con questa lettera inviata al direttore di 'La Repubblica', Ezio Mauro, Susanna Camusso ha motivato la sua adesione.

“La legge Bossi-Fini, come il reato di clandestinità, sono razzismo trasposto in termini legislativi, sono l'idea che l'altro, il diverso da te, non sia una persona da accogliere, una cultura da comprendere, un mondo da scoprire , ma un nemico da respingere o incarcerare, un corpo pericoloso e dannoso da allontanare.
La Bossi-Fini ha rappresentato per tante, troppe persone, nel nostro Paese, il ritorno della schiavitù. Uomini e donne che fuggivano dalle guerre, dalla fame, dalle malattie, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro, sono state costrette a vivere il ricatto dei trafficanti, lo sfruttamento dei caporali, l'umiliazione, la cancellazione della propria identità culturale e spesso l'indifferenza se non l'ostilità delle istituzioni.
La CGIL, ha ricordato Camusso, da anni lotta con forza per l'abrogazione della legge Bossi-Fini e la cancellazione del reato di clandestinità. In questi anni ha proposto leggi che impediscano il caporalato; ha chiesto che sia riconosciuto il diritto di denunciare lo sfruttamento senza il pericolo di essere espulsi; si batte perché chi arriva nel nostro Paese sia trattato con dignità e rispetto; lotta con i migranti che hanno trovato e trovano nella CGIL non solo ascolto ma organizzazione e rappresentanza. Sono state tutte iniziative e proposte di legge che hanno riscosso grande consenso. Valga per tutte "L'Italia sono anch'io", una campagna realizzata dalla CGIL insieme a molte associazioni che ha portato alla presentazione al Parlamento di due leggi di iniziativa popolare.
Il riconoscimento dello ius soli è ciò che noi chiediamo, insieme alle tutele per i lavoratori migranti, da una nuova legislazione di accoglienza.
Forte della lunga lotta del sindacato per questi obiettivi, saluto dunque con piacere l'appello di Repubblica per l'abrogazione della legge Bossi-Fini e lo sottoscrivo".

domenica 6 ottobre 2013

Mafia: CGIL su nomina Cammarata a Agenzia beni confiscati, urge revisione norme


“La notizia dell’assunzione, attraverso lo strumento del comando, dell'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata presso l'Agenzia Nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, ripropone prepotentemente il tema della'agenzia, della sua gestione e del suo ruoli”. E’ quanto afferma una nota congiunta della CGIL nazionale, siciliana e di Palermo.
“Manca infatti - prosegue la nota - un sistematico coinvolgimento delle associazioni e delle rappresentanze sociali attraverso il quale garantire quell'indispensabile elemento di trasparenza che rappresenta il valore aggiunto nella realizzazione di scelte efficaci e condivise. Proprio per affrontare questi aspetti abbiamo chiesto al direttore dell'Agenzia un incontro che ancora attendiamo”.
“Da tempo - ricorda la nota della CGIL - ci stiamo battendo per una revisione delle norme che regolano la gestione dei beni confiscati che sono una risorsa e una opportunità di sviluppo nella legalità. Abbiamo presentato una legge di iniziativa popolare, 'Io Riattivo il Lavoro', sostenuta da Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Sos Impresa, Centro Studi Pio , con la quale, fra le altre importanti questioni, affrontare anche i temi che la vicenda ci propone. La legge è stata già annunciata in aula alla Camera e attende di essere calendarizzata in modo da avviare la discussione parlamentare. Cogliamo, quindi, questa occasione per rinnovare alle forze politiche l'appello a procedere con sollecitudine in questa direzione. Ci pare poi inopportuno - conclude il sindacato - assumere, attraverso lo strumento del comando, una persona che ha in corso un procedimento e che è stato condannato a tre anni di carcere in primo grado per abuso di ufficio”.

venerdì 4 ottobre 2013

Intervista di Radio Articolo 1 a Vera Lamonica (Cgil): Lampedusa mai più

La tragedia frutto della chiusura dell'Italia e dell'Europa. Riforma del sistema di accoglienza, revisione radicale della Bossi-Fini, diritto di voto e cittadinanza sono temi non più rinviabili  
La vergogna di Lampedusa, come ha detto il papa; l’orrore di Lampedusa, come ha aggiunto il presidente Napolitano. Purtroppo non poteva essere che questo, oggi, il tema dell’intervista a un dirigente Cgil che Radioarticolo1 offre ogni giorno nello spazio di “Italia parla” – titolo, in questo caso, Lampedusa mai più –. A parlare dell'ennesima tragedia, del barcone con cinquecento migranti affondato ieri nel canale di Sicilia, la segretaria confederale Vera Lamonica.

“Difficile non esprimere l’orrore, l’indignazione, la rabbia e il dolore per quello che è successo. È una delle più grandi tragedie mai accadute nel Mediterraneo – ha esordito la segretaria Cgil –. Ma vorrei ricordare che nel nostro mare si calcola che ci siano almeno 22mila morti. Un’autentica ecatombe, una strage che continua per queste persone che fuggono dalle guerre, dalla fame e che, a causa del modo in cui vengono gestiti i flussi, in Italia e in Europa, sono costrette ad affidarsi agli scafisti, alle organizzazioni criminali”.

“Le parole sono state dette tutte ieri – ha proseguito –. Ora bisogna mobilitarsi. Passato il momento della grande emozione, è impossibile che tutto torni come prima. Questa strage va fermata. Gli strumenti ci sono. Bisogna individuare le vie”.

Come intervenire, allora? “Sicuramente c’è il tema Europa. A condizione che non lo si usi come uno scaricabarile. L’Europa, perché Lampedusa, nel Mediterraneo, è la frontiera sud del continente. Si è discusso molto, in questi anni, ma non ci sono stati significativi passi avanti. L’Europa non può dividere la sua frontiera sud con un muro; anche perché nel mare non è possibile alzare muri. L’idea di un muro che impedisca a persone disperate di arrivare sulle nostre coste è assolutamente folle".

"Quest'idea ha prodotto, da una parte, l’inadeguatezza delle scelte compiute dall'Europa, dall’altra l’indifferenza. C’è stata molta indifferenza e molta chiusura rispetto a quanto è accaduto finora; e da questa indifferenza è venuta una modalità di gestione del controllo delle frontiere, pensiamo al programma Frontex – che è un programma europeo di pattugliamento delle coste – che non guarda certo alle persone e alla loro disperazione”.

“Ma, dall’altra parte abbiamo un problema che è tutto italiano. Questo problema è la nostra legislazione: un insieme di norme a causa delle quali, oggi, non ci sono canali legali d’ingresso nel paese. Noi abbiamo una legislazione che purtroppo ruota tutta attorno alla Bossi-Fini, alla cultura che esprime la Bossi-Fini; una legislazione non solo inadeguata ma anche sbagliata e per alcuni aspetti paradossale. Si pensi alla tragedia di ieri. Non sappiamo ancora come tante cose siano andate, quindi non voglio esprimere giudizi; però il fatto che possano esserci delle imbarcazioni che non si fermano a prestare soccorso, beh, io non voglio dire sia la legge Bossi-Fini che lo impedisce, perché è evidente che quella legge non nega il soccorso in mare. Però c’è un reato: il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E rispetto a questo reato abbia introiettato tanta paura”.

“Allora, non possiamp provare tanta emozione, e poi lasciare questa legislazione così com’è. La nostra opinione è che gli aspetti più aberranti della Bossi-Fini, penso alla questione della clandestinità con gli annessi e connessi, al blocco totale di ogni possibilità d'ingresso in Italia, vadano affrontati immediatamente. Ci auguriamo che da oggi il parlamento avvii una discussione in questo senso, che il governo assuma decisioni adeguate. Naturalmente si dovrà pensare a strumenti legislativi in grado di governare il fenomeno dell’immigrazione. Ma alcune aberrazioni vanno cancellate”.

“Poi c’è un tema più specifico che riguarda i rifugiati. L’Italia, vorrei ricordare, è un paese che non ha una legge organica sul diritto di asilo. Siamo legati a una norma europea – anche qui entra pesantemente in gioco l’Europa – che gestisce le procedure di asilo in una maniera che non corrisponde più alla realtà. L’Italia deve dotarsi di una legislazione adeguata”.

“Ancora, il problema dell'accoglienza. È evidente che non siamo davanti a un sistema di accoglienza, ben strutturato, che interessi tutto il territorio nazionale: Lampedusa e la Sicilia sono sole. Vorrei ricordare le parole, la sofferenza, lo sgomento del sindaco di Lampedusa, così di come di tutti gli abitanti dell’isola che ancora una volta hanno dimostrato solidarietà, vicinanza, capacità di misurarsi con una tragedia immane; di agire con la dignità, la misura e l’operosità che sempre ha dimostrato quest’isola. Ma Lampedusa, e la Sicilia, non possono restare sole. Segnali importanti, dunque, vanno dati immediatamente su tutti i fronti: l’Europa, l’Italia, la legislazione, i rifugiati e anche la cooperazione internazionale; perché non c’è dubbio che il tema che abbiamo davanti, come si affrontano i vecchi e i nuovi flussi che vengono dall’Africa, dal Medio Oriente e in generale dalle zone di guerra e dalle zone con grande difficoltà, sia per la cooperazione internazionale un grande sfida”.
 
“A proposito del sindaco di Lampedusa – ha annotato Emma Berti di Radioarticolo1 – è giusto aprire una parentesi sui numeri, perché rendono l’idea: su 25mila persone sbarcate in vent’anni sono 6.200 i morti, quelli ovviamente riconosciuti, trovati nel canale di Sicilia dal ’94 in avanti. Perché poi, in fondo al nostro mare, ce ne sono oltre 22mila. Ieri il sindaco Giusi Nicolini ha detto: “Non sappiamo più dove mettere né i morti né i vivi”, perché a Lampedusa c’è un centro di accoglienza per trecento persone in cui ce ne sono già 1.350. Numeri che dicono tutto: di quello che c’è e di quello che manca”.

“Di questi tempi in Italia – ha risposto Lamonica –, in un paese come l’Italia, abbiamo il problema di dove mettere i morti; e di un appello in questo senso ai comuni. Una cosa così penso debba segnarci per sempre. Non ci sono parole per esprimere quello che si prova. Io spero ci siano atti di governo che intanto riescano ad alleviare le sofferenze di chi è vivo, di chi è arrivato vivo, e che possano provare a costruire un piano di accoglienza anche per i nuovi profughi. La discussione sui numeri, in queste situazioni, è sempre delicata: perché una persona vale una persona anche se fosse una persona sola. Però vorrei ricordare che sì, l'Italia ha un certo numero di profughi da gestire; ma non si tratta di un numero sconvolgente, non è un numero che un paese come il nostro non possa gestire. Ci sono paesi in Europa, penso alla Germania, che rispetto alla tragedia siriana hanno programmato un numero di accoglienze più grande del nostro. E penso ai paesi confinanti con la Siria, che certo in condizioni disperate, stanno però ospitando centinaia di migliaia di persone. Questo non vuole dire che il numero non crei dei problemi. Il punto è la qualità della risposta. Ma davvero non si può, coinvolgendo ad esempio l’intero sistema degli enti locali? Fra le tante storture della nostra gestione dei temi dell’immigrazione, noi abbiamo un pezzo del sistema di accoglienza, il cosiddetto sistema Sprar, che è gestito dagli enti locali e suddivide i profughi in piccoli comuni, in piccoli numeri e quindi prova a inserirli, a integrarli, a dare loro un'accoglienza dignitosa. Ma è troppo piccolo, è troppo poco. C’è stato un impegno del governo, del ministro dell’Interno in prima persona, che ha detto che porteremo questo numero a quota 16mila. Ma dire che 'porteremo' è parlare di un’intenzione, occorre invece che il sistema di accoglienza sia totalmente ripensato, riorganizzato e messo in condizione di gestire quel che accade".

"Quando delle persone arrivano a Lampedusa devono immediatamente avere dei luoghi, non a Lampedusa, per essere accolte immediatamente. Poi in quei luoghi si stabilisce lo stato giuridico di quella persona: se è un profugo, un richiedente asilo, un immigrato economico, un minore, e sulla base di questo, avviarla verso i diversi percorsi di accoglienza. Certo, c'è anche un costo. Ma io penso che oggi sia la dignità dell’Italia in discussione, il livello di civiltà e di democrazia dell’Italia”.

“Vorrei aggiungere una notazione ulteriore. Speriamo che quelli di ieri siano gli ultimi morti. Perché noi avremo sicuramente, nelle prossime settimane, tante altre imbarcazioni. Allora, siamo sicuri, ad esempio, che queste imbarcazioni non si possano avvistare immediatamente in un mare come il Mediterraneo, che non si possa presidiare questo mare per proteggerne la navigazione e impedire queste tragedie? Noi abbiamo parlato di un corridoio umanitario. In genere è un termine che si usa nelle guerre, quindi capisco la prudenza. Però il corridoio umanitario a cosa serve? Serve a stabilire che ci sono alcune rotte protette: che l’Europa, non solo l’Italia, pensa di approntare. È davvero impossibile impedire queste tragedie? Questa, adesso, è l'urgenza. E penso che l’Italia coralmente oggi debba dire “mai più” e debba farsi carico del problema. Poi, certo, deve aprire una discussione con l'Europa. È ovvio che non possiamo farci carico di tutto, però intanto bisogna decidere 'mai più' e impegnare il paese in uno sforzo di organizzazione della tutela e della difesa di queste persone. Va fatto subito, perché non c’è molto tempo, perché non possiamo permetterci di piangere su altre tragedie. L’Italia, per usare la parola usata del papa e ripresa dal presidente Napolitano, questa vergogna non se la può permettere. Così come non può permettersela l’Europa.

I soccorsi, l’accoglienza, l'identificazione. Ma subito dopo dovrebbe venire un’altra fase, quella dell’integrazione. E l’integrazione, ha ricordato Radiarticolo1, si costruisce anche con il lavoro. L’Ires Cgil ha presentato in settimana una ricerca che parla proprio del lavoro degli immigrati e che ci dà un altro dato allarmante: 1.200.000 migranti nel nostro paese sono in un’area di sofferenza e di disagio occupazionale, e uno su due è tentato di lasciare l’Italia, magari dopo un viaggio come quello che abbiamo visto appunto nelle cronache di questi giorni.

“La presenza del lavoro immigrato, delle persone immigrate, dei nuclei familiari immigrati nel nostro paese è una realtà strutturale oramai consolidata. Il tema dell’immigrazione è il tema di una presenza di lavoratori stranieri che in gran parte sono residenti da lungo periodo, hanno ricongiunto i nuclei familiari, hanno i bambini a scuola: bambini che sono nati in Italia e si sentono italiani. Quindi quello dell’integrazione è un tema che ha a che fare con la struttura sociale, il modello economico e sociale del paese. Non è un’emergenzaa. È evidente che gli effetti della crisi drammatica che attraversa l'Italia colpiscono tutti: i lavoratori italiani, quelli stranieri, i giovani e i meno giovani. Ed è evidente che la crisi ha un peso maggiore sugli immigrati. Ma ha un peso maggiore, e ritorniamo a quello che dicevamo prima sulla legislazione, perché purtroppo l’immigrato che perde il lavoro, finito il periodo degli ammortizzatori sociali – quando ha gli ammortizzatori sociali –, rischia di perdere la sua condizione di esistenza in Italia. La crisi ha colpito molto di più i settori meno competitivi, meno innovativi del nostro sistema produttivo, ad esempio quelli che non esportano. Ha prodotto perciò una disoccupazione maggiore tra gli immigrati. E questo ha degli effetti: un numero sempre più grande di persone che pensano di andar via dall’Italia. Ma, la cosa che colpisce, non è vero che vogliono tornare nel paese di origine, pensano invece di emigrare in altri paesi europei. Questo dovrebbe essere motivo di riflessione per il sistema paese; un sistema paese che non è attrattivo per nessuno mentre lo sono la Francia, la Germania e altri paesi europei”.

“Questo da una parte. Dall’altra c’è un fenomeno molto preoccupante, anch'esso motivo di riflessione. Nella crisi molti degli immigrati scivolano nell’irregolarità lavorativa. Il rischio, allora, è che quei pezzi di economia sommersa che ci sono ancora possano estendersi. Poi c’è un altro problema: per i lavoratori immigrati stanno peggiorando le condizioni materiali di lavoro: aumentano i ritmi, aumentano gli orari, aumenta lo sfruttamento. E siccome i lavoratori migranti ovviamente sono più ricattabili, appunto perché perdendo il lavoro perdono l’insieme dei diritti, è evidente che sono costrette a subire il peggioramento delle condizioni di lavoro".

"Si sono fatte tante parole e tante discussioni – ha concluso Lamonica –. Io penso che questo governo ha il merito di aver cambiato i linguaggi sull’immigrazione, che non sono più quelli dei governi di berlusconiana memoria. Adesso però ci vuole qualcos'altro. Penso che il parlamento debba cominciare a affrontare la questione della cittadinanza, del diritto di voto agli immigrati oltre alla revisione totale – il primo problema – della legislazione legata alla Bossi-Fini. Ci vogliano adesso dei fatti anche per dare speranza non solo ai lavoratori immigrati ma al paese”.

Marco Del Trotti è il neo Segretario generale del SILP CGIL Asti - Carlo Iavarone passa alla CGIL Asti

Il Direttivo Provinciale del Silp CGIL di Asti si è riunito quest'oggi e ha eletto Marco DEL TROTTI neo Segretario generale della struttura, il quale ha voluto accanto a sè nell'organismo esecutivo: Carmine STARVAGGI, Mauro GROSSO, Luca LAMBERTI, Maurizio MUSCATELLO, Maurizio QUATRA e Marco MASSERANO.

I lavori si sono svolti alla presenza del Segretario nazionale Pierluciano MENNONNA, del Segretario Generale della Camera del Lavoro di Asti Giovanni PREZIOSO, del funzionario organizzativo della CGIL Piemonte Demetrio VAZZANA, del Coordinatore nazionale SILP CGIL - Segretario regionale Piemonte Nicola ROSSIELLO, oltre al Segretario Fiom di Asti Claudio CHIRCHIELLO, a quello dei chimici Fabrizio PARISE e di Gianclaudio VIANZONE, Segretario provinciale di Torino.
Marco DEL TROTTI succede a Carlo IAVARONE, qust'ultimo in procinto di un pensionamento giunto al termine di un percorso professionale speso fin dagli anni precedenti alla riforma nella Polizia di Stato. E' stata l'occasione di stringere in un caloroso abbraccio Carlo, il quale proseguirà il suo impegno in seno alla CGIL di Asti, rimanendo a fianco alla categoria.
Prima la CGIL e poi il SILP CGIL Piemonte hanno rappresentato la propria "emozionata e fraterna gratitudine per il grande impegno in favore dei lavoratori e dell’Organizzazione, portato a termine con passione, coraggio e coerenza da Segretario generale di Asti".
Il nuovo Segretario generale provinciale dovrà condurre l'organizzazione fino al prossimo Congresso in un complesso quadro politico e sociale determinato dalla crisi economica e dai pesanti tagli al comparto.

Nicola Rossiello

giovedì 3 ottobre 2013

Rimborso rette asili nido anno solare 2013

La circolare relativa ai criteri per il rimborso rette asili nido - anno solare 2013

Immigrazione: Cie Gradisca; Silp-Cgil, modello e' da cambiare

(ANSA) - ROMA, 2 OTT - Dopo l'episodio verificatosi ieri presso il Cie di Gradisca dove un giovane marocchino, durante un tentativo di fuga ha ferito un poliziotto e un finanziere intervenuti per bloccarlo, il Silp-Cgil ribadisce in una nota l'inadeguatezza dei predetti centri associata all'ormai impellente necessita' di modifica delle normative esistenti in materia. Secondo il segretario generale del Silp Daniele Tissone
le fughe, oramai all'ordine del giorno, che mettono in pericolo gli stessi ospiti, non fanno che aumentare l'esigenza di adottare soluzioni che, nell'immediato, conducano ad un miglioramento nella gestione con il potenziamento degli apparati ad oggi esistenti. Per questo, prosegue Tissone: "auspichiamo che il gruppo di lavoro istituitosi al riguardo proponga una modifica della complessa normativa in vigore, puntando ad una maggiore professionalita' del personale addetto attraverso adeguati incentivi di natura economica ad oggi non contemplati". Il modello dei grandi centri non funziona e la qualita' della vita interna e' fonte,- conclude Tissone, - di "quotidiane criticita'".

Pensioni lavoratori polizia: benefici previsti per il pensionamento di vecchiaia.

Pensioni.Sistema contributivo pro-rata. Benefici previsti dall’art. 3, comma 7 del Decreto Legislativo 165/97, e dall’art. 27 del Decreto Legislativo 334/2000. Cessazioni per limiti di età.

Analisi del Silp Cgil.

Nota del Servizio Trattamento di Pensioni e di Previdenza.

Circolare ministeriale della Direzione Centrale per le Risorse Umane del 30.09.13.

martedì 1 ottobre 2013

Chiusura Tribunali e trasferimento dei lavoratori di Polizia


Salute, la disoccupazione moltiplica i rischi

Parola del presidente della Simlii, la società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale: "Numerosi studi nei Paesi scandinavi hanno correlato una più alta mortalità con i periodi di non lavoro"  
(Adnkronos Salute) - Nel giorno della diffusione dei dati Istat sull'occupazione - con una disoccupazione giovanile record ad agosto - arriva anche un monito sull'impatto della mancanza di lavoro per la salute degli italiani. "Un impatto pesante, psicologico ma anche a livello cardiovascolare e gastrointestinale. Si tratta di un fenomeno preoccupante, data la crescente disoccupazione e sottoccupazione, e che non può essere ignorato. Ormai esistono dati consolidati che indicano come il lavoro più pericoloso sia proprio il non lavoro". Parola del presidente Simlii (Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale) Pietro Apostoli, che a margine di un incontro oggi a Roma spiega all'Adnkronos Salute come già "numerosi studi nei Paesi scandinavi hanno correlato una più alta mortalità con i periodi di non lavoro".
"Ansia, depressione, insonnia, ma anche aumento clamoroso dei suicidi insidiano le persone che perdono o non trovano lavoro. Dunque ormai sappiamo che la salute di queste persone è più a rischio - sottolinea Apostoli - e se ancora non abbiamo dati sull'effetto della disoccupazione per i giovani, ritengo che sarebbe opportuno indagare con ricerche mirate".
Oggi (1 ottobre) si celebra in Italia la Giornata nazionale della medicina del lavoro: "La figura del medico del lavoro - dice Apostoli - riveste un ruolo centrale nella società e nel mondo delle imprese, come specialista e consulente globale del datore di lavoro, impegnato quotidianamente a prevenire e contribuire a scongiurare infortuni e malattie professionali, ancora statisticamente troppo elevati in Italia. La presenza di un medico in azienda può dare un contributo insostituibile, intervenendo sul 'fattore umano' e contribuendo a promuovere la cultura della sicurezza a tutti i livelli".
E se la mancanza di lavoro fa male alla salute, "l'eccessiva burocrazia insidia l'opera dei medici del lavoro. Sosteniamo da tempo che ci sia spazio in Italia per un'importante semplificazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro: una pletora di regolamentazioni a volte inutili, che espone al rischio di sanzioni anche solo per inadempienze formali", rileva Apostoli.
Un buon lavoro, più sano e produttivo, ha nel medico del lavoro un promotore essenziale, a patto che lo si faccia lavorare senza l'incubo di una eccessiva burocrazia. La proliferazione delle norme di legge in materia di salute e sicurezza del lavoro avvenuta negli ultimi anni da un lato ha colmato "vuoti legislativi non ulteriormente ammissibili", creando un sistema di vincoli "rigido, farraginoso e burocratico, più orientato alla forma che alla sostanza, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, che vantano sistemi di prevenzione più semplici ed efficaci", rileva Apostoli. Ciò vale, in particolare, per le piccole e medie imprese, che sono quelle che impiegano oggi la maggior parte dei lavoratori italiani. "Il sistema può e deve essere semplificato, ovviamente nel rispetto delle garanzie reali per i lavoratori", conclude il presidente della Simlii.
 
rassegna.it

Caschi u-bott assegnati al personale di polizia per i servizi di ordine pubblico insufficienti e deteriorati - Interviene il SILP CGIL


La nostra Segreteria nazionale è intervenuta a tutela dei lavoratori di polizia in merito all'utilizzo dei caschi ubott, assegnati per i servizi di ordine pubblico, i quali risultano gravemente deteriorati e insufficienti nel numero.

leggi il documento della Segreteria nazionale SILP CGIL

RICORSO AL T.A.R. DEL LAZIO CONTRO IL BLOCCO DEGLI STIPENDI DEI LAVORATORI DI POLIZIA



TUTELIAMO DA NOI LA NOSTRA SPECIFICITÀ!


Tutti i lavoratori interessati ad aderire al ricorso potranno rivolgersi alle nostre sedi territoriali, ai nostri delegati e rappresentanti o contattare la nostra Segreteria regionale.

Sicurezza: Tissone (Silp-Cgil), 2500 agenti sono solo turn-over corrente

Roma, 1 ott. (Adnkronos) - I 2.500 nuovi agenti che, nei prossimi giorni, affiancheranno il personale attualmente in servizio presso le questure e gli uffici di polizia su tutto il territorio nazionale rappresentano, secondo il Silp-Cgil, la "copertura del turn-over corrente". Infatti, secondo il segretario generale del Silp Daniele Tissone, i "nuovi arrivati", pur rappresentando ''una linfa vitale per la gestione operativa dei servizi stante l'attuale età media del personale, che risulta essere di 43 anni circa, non fanno che coprire le vacanze di organico registrate nel corso del 2013, anno in cui circa 2600 poliziotti hanno lasciato il servizio''. A questo va aggiunto, sempre secondo Tissone, che, a causa della legge 7 agosto 2012 n. 135, si profila un "dimezzamento delle nuove assunzioni per i prossimi due anni con un presumibile calo di personale di ulteriori 5.000 unità ".
Per questo, conclude Tissone, ''diviene quanto mai strategico, ai fini di un rinnovato impegno sul fronte del contrasto alla criminalità, modificare le norme esistenti prevedendo, già dal prossimo anno, un completo turn-over favorendo, altresì, l'assunzione in ruolo di personale proveniente dalla vita civile. Tale possibilità consentirebbe, peraltro, l'assunzione di giovani che favorirebbero la riduzione dell'età media del personale''.

Reparti Mobili - problematiche: il Silp Cgil incontra la Direzione dei Reparti Speciali.


Indennità polizia ferroviaria, postale e delle telecomunicazioni. Iter pagamenti

Il SILP CGIL ha sollecitato i competenti Uffici del Dipartimento della Ps allo scopo di accellerare l'iter relativo ai pagamenti per le seguenti indennità.
Polizia delle Comunicazioni: è stato sollecitato il CENAPS affinchè proceda all'inserimento della contabilità relativa al pagamento per il periodo: marzo 2010 - aprile 2011;
Polizia Ferroviaria: è stata sollecitata la richiesta agli uffici periferici per l'invio della contabilità al fine di poter effettuare il pagamento per il periodo: 2012 - gennaio 2013, le somme dovute potranno essere erogate entro il corrente mese.

Tav: Silp-Cgil, solidarieta' a sindacalisti minacciati

(ANSA) - ROMA, 30 SET - Il Silp-Cgil "esprime la propria solidarieta' ai segretari dei sindacati degli edili piemontesi in relazione al ritrovamento di buste a loro indirizzate contenenti proiettili e scritte contro la Tav". Per il segretario generale del Silp, Daniele Tissone, "siamo di fronte ad un sistematico esercizio di atti intimidatori e violenti che, come gia' abbiamo avuto modo di denunciare nei giorni scorsi, richiede una rinnovata attenzione e impegno da parte delle autorita' competenti, indispensabile a garantire la sicurezza dei cantieri e l'incolumita' dei lavoratori comprese donne e uomini deputati alla sicurezza, nel rispetto del libero esercizio del confronto democratico fra le diverse opinioni". "A questo proposito - conclude Tissone - crediamo si debba ulteriormente intervenire predisponendo ulteriori misure a garanzia della sicurezza e nel rispetto dei contratti prevedendo, altresi', la creazione di dispositivi e di aree protette a tutela del personale delle forze dell'ordine in servizio". (ANSA).

Decreto Capo Polizia attribuzione denominazione Sostituto Commissario n. 371 Ispettori Sup.

E' disponibile presso tutte le Segreterie Regionali e Provinciali del Silp per la Cgil il decreto del Capo della Polizia con il quale è stata attribuita la denominazione di "Sostituto Commissario" a nr. 371 Ispettori Superiori s.u.p.s. della Polizia di Stato.

Selezione personale 19° corso Artificiere I.E.D.D.

La circolare relativa alla selezione del personale del 19° corso Artificiere I.E.D.D.

Istituzione del 187° corso Allievi Agenti della Polizia di Stato

La circolare emanata dal Dipartimento relativa all'istituzione del 187° corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato.

Agenti 186° corso - periodo applicazione pratica: ribadito diritto a vitto e alloggio gratuiti, per come richiesto dal Silp CGIL

La Direzione Centrale per gli Istituti di Istruzione con circolare del 25 settembre 2013 ha illustrato le modalità di svolgimento del periodo di applicazione pratica degli Agenti in prova del 186° corso di formazione, ribadendo, tra le altre cose, la gratuità di vitto e alloggio per i predetti Agenti; aspetto già esplicitato dal Dipartimento a seguito dalla nota inviata dal Silp Nazionale (vedi note riportate di seguito denominate "osservazioni del Silp Cgil" e "risposta del Dipartimento della P.S.").

186° corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato - Decreto del Capo della Polizia concernente le modalità di redazione della graduatoria finale e dello svolgimento del tirocinio pratico

186° corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato - bozza Decreto del Capo della Polizia concernente le modalità di redazione della graduatoria finale e dello svolgimento del tirocinio pratico:

osservazioni del Silp Cgil

risposta del Dipartimento della P.S.

Tav, Silp-Cgil: garantire incolumità agenti e lavoratori

(ANSA) - ROMA, 26 SET - In Val di Susa ci sono "azioni di vero attacco capaci di causare lesioni a chi opera nel cantiere nonche' agli operatori deputati alla sicurezza". Lo evidenzia Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil.
"L'incolumita' degli addetti deve - secondo Tissone - venire salvaguardata dalle istituzioni che non possono prediligere, anche in questo caso, la strada della sola 'forza d'urto da contrapporsi ai violenti'. La situazione richiede, pertanto, l'adozione di mirati quanto specifici provvedimenti da parte delle autorita' tesi a scongiurare, per quanto possibile, un pericoloso contatto tra essi autorizzando assembramenti e proteste presso luoghi diversi dagli attuali con la creazione di aree protette per il personale delle forze dell'ordine li' in servizio". (ANSA).

Concorso interno 1400 posti vice ispettore della Polizia di Stato

Movimenti personale ruolo Ispettori

E' disponibile presso le Segreterie Regionali e Provinciali del Silp per la Cgil, nonchè nell'area riservata del sito, l'elenco dei movimenti del personale del ruolo Ispettori, disposti nel periodo 1/08/2013 - 31/08/2013.

Regolamento recante modalità di accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei Sovrintendenti della Polizia di Stato

Convenzione H3G per servizio telefonia mobile

Scuola: ogni anno la abbandonano in 700mila

Italia è ultima per scolarizzazione nella classifica europea
 
Ogni anno circa 700mila ragazzi non tornano a scuola o lo fanno in modo tanto precario da non avere alcuna possibilità di successo formativo. È quanto emerge in sintesi dai dati sulla dispersione scolastica analizzati da una ricerca che vede come capofila la onlus Intervita, con l'associazione B. Trentin della Cgil e la Fondazione G. Agnelli. Con il 17,6% di abbandono, l'Italia (a Sud il dato sale a 22,3%) è in fondo alla classifica europea: in Germania è al 10,5, in Francia all'11,6, in Gran Bretagna al 13,5.