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martedì 26 aprile 2016

Sicurezza: poliziotti a rischio ansia, il 28 un convengo a Roma



Roma, 25 apr. (AdnKronos) - Poliziotti a rischio ansia e depressione, spesso soggetti a sindrome da burnout, a tensioni stressogene, adisturbi da stress post traumatico. Problemi di assoluta rilevanza tipici delle ' professioni di aiuto' ed in particolare delle forze dell'ordine, come confermano anche le ultime ricerche scientifiche. Argomenti, questi, che saranno trattati da esperti di fama italiana e internazionale nel corso di un convegno seminariale organizzato dal sindacato di polizia Silp-Cgil e dalla Cgil che si svolgerà giovedì 28 all'Auditorium del Centro Congresso Frentani di Roma e al quale parteciperà anche il capo della polizia Alessandro Pansa.

'Lo Stress lavoro-correlato: impatto sul benessere e la salute nelle Forze di Polizia europee e sulla percezione di sicurezza dei cittadini' è il titolo dell' iniziativa organizzata dal Silp assieme alla Cgil alla quale prenderanno parte Johannes Siegrist (docente e sociologo medico studioso del fenomeno stress a livello mondiale, ideatore di uno dei più noti modelli per la misurazione dello stress, direttore del programma post-laurea in Public Health dell' Università di Heinrich Heine di Düsseldorf), Nicola Magnavita (docente di medicina del lavoro dell' Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma), Sergio Garbarino (medico della Polizia di Stato, neurologo e ricercatore/docente del Dipartimento di Neuroscienze dell' Università di Genova, autore di numerosi studi sulla salute delle forze di polizia) e Fabrizio Ciprani (dirigente superiore medico della Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato e docente presso Università degli Studi di Roma ' La Sapienza').
Nel corso dell' iniziativa sarà presentato il volume "Lavorare in polizia: stress e burn-out", di Francesco Carrer e Sergio Garbarino (Franco Angeli editore), le conclusioni saranno inoltre affidate al segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi.
"Fronteggiare aggressioni e violenze - dice Daniele Tissone, segretario nazionale del Silp Cgil - essere testimoni di uccisioni o ferimenti, dover portare soccorso in condizioni di estreme sofferenze
o calamità, mettere a rischio la propria vita e incolumità personale, dover comunicare ai familiari notizie luttuose sono eventi che mettono in pericolo la salute mentale. Per tutte queste ragioni gli operatori di polizia, benché al momento del reclutamento godano di un livello di salute mentale superiore a quello della popolazione generale, sono ad alto rischio di sviluppare disturbi come l' ansia e la depressione ed hanno un rischio di suicidio aumentato rispetto alla popolazione generale. Di tutto questo e di molto altro parleremo durante il convegno del 28 aprile".

(Sin/AdnKronos)

mercoledì 13 aprile 2016

Nicola Rossiello: “Meno slogan e più politiche per la sicurezza”

Rilanciamo l'intervista di Vito D'Ambrosio al Segretario Generale Nicola Rossiello sui temi della sicurezza a Torino, il cui testo integrale è pubblicato sul sito di Progetto Torino.


Nicola Rossiello è poliziotto e sindacalista. È il segretario generale piemontese del Silp Cgil. Il Silp è il sindacato italiano dei lavoratori di polizia costituitosi nel 1999. La sua missione, è scritto in un loro documento, “È anche quella di proporre strategie di sicurezza innovative per tutti i cittadini che sappiano guardare alle fasce più deboli della nostra società”. Nello stesso documento si sottolinea l’importanza delle sinergie “Tra le Forze di Polizia ed Enti locali, sulla concertazione dei criteri d’intervento e sulla qualificazione professionale degli operatori”. Il Silp Cgil vuole “Realizzare una rappresentanza non corporativa nelle Forze di Polizia, la sola capace di garantire una partecipazione reale e trasparente degli operatori ai processi di cambiamento di questo delicato settore dello Stato”. Rossiello pensa che “Il nostro dovrebbe essere un intervento residuale. Dobbiamo arrivare quando tutte le altre strade sono state percorse”. Secondo il sindacalista “Quando la politica è fragile e come avviene da vent’anni a questa parte noi siamo il primo impiego”. Nicola Rossiello non propone facili slogan ma ragionamenti e pensieri che devono essere tenuti in considerazione da chi si candida al governo della cosa pubblica.

Lei ha parlato di concertazione, scambio di esperienze tra Forze di Polizia ed Enti locali: si è realizzata questa sintonia durante la Giunta Fassino tra le parti per sviluppare attività di messa in sicurezza del territorio?

“Genericamente c’è stato un livello di dialogo e confronto con le rappresentanze dei lavoratori di polizia non entusiasmante. Credo si sia sviluppato di più in ambito istituzionale. Però, penso, che parlando di sicurezza dobbiamo dire con forza che da soli non si costruisce nulla. Parlare di sicurezza è come parlare di una trama di tessuto dove ogni filo è un punto di vista, una energia e dunque una risorsa”.

Come si costruiscono i processi che riguardano la sicurezza?

“La sicurezza si costruisce innanzi tutto con delle politiche sociali appropriate: con interventi sul territorio. A Torino, ad esempio, se si attraversa Barriera di Milano, che in questo momento è forse il luogo più critico, ci si rende conto quanto è alto il deficit di intervento di quello che definisco ‘organismo città’. Perché ci sono dei veri e propri buchi di progettazione e di visione urbanistica della città”.