(AGI)
- Roma, 19 ago. - Il Silp per la Cgil ha chiesto al ministro della
Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia, "l'immediata attivazione
delle procedure di concertazione con le rappresentanze per la
costituzione del fondo di comparto e l'avvio della previdenza
complementare" per il personale della Polizia di Stato. "La facolta' di
aderire alla previdenza complementare - spiega Daniele Tissone,
segretario generale del sindacato - e' difatti preclusa per i circa
80mila appartenenti alla Polizia di Stato che necessiteranno di
valutare, per mantenere un futuro adeguato tasso di sostituzione, se
aderire o meno alla "previdenza complementare".
"Questa forma di integrazione alla futura rendita pensionistica - sostiene Tissone - che prevede una contribuzione volontaria da rivalutare, viene sostanzialmente negata al personale a causa del mancato avvio della costituzione del fondo di categoria, un ritardo inescusabile e notevole, di ben 18 anni". Secondo Tissone "cio' produce un grave nocumento per coloro che volessero compensare il 'gap' riduttivo che si profilera' nel tempo in particolare per i 'neo assunti' ai quali non viene data, di fatto, l'opportunita' di conferire il Tfs ai fondi pensione (commutandolo volontariamente in Tfr) e quindi aderire alla previdenza complementare".
Il personale della Polizia di Stato - ricorda il Silp-Cgil - e' oggi composto da 102.561 unita' con una eta' media di 55 anni per i direttivi e di 45 anni per i restanti ruoli. La prevalenza del personale (circa l'80%) risulta inoltre immesso in ruolo oltre il 25 giugno 1982 (data di entrata in vigore della legge di riforma 121/81) risultando, cosi', destinatario del sistema misto o esclusivamente contributivo del futuro calcolo del trattamento pensionistico. "Per questo - conclude Tissone - si rende piu' che mai necessario un confronto urgente con l'attuale governo".
"Questa forma di integrazione alla futura rendita pensionistica - sostiene Tissone - che prevede una contribuzione volontaria da rivalutare, viene sostanzialmente negata al personale a causa del mancato avvio della costituzione del fondo di categoria, un ritardo inescusabile e notevole, di ben 18 anni". Secondo Tissone "cio' produce un grave nocumento per coloro che volessero compensare il 'gap' riduttivo che si profilera' nel tempo in particolare per i 'neo assunti' ai quali non viene data, di fatto, l'opportunita' di conferire il Tfs ai fondi pensione (commutandolo volontariamente in Tfr) e quindi aderire alla previdenza complementare".
Il personale della Polizia di Stato - ricorda il Silp-Cgil - e' oggi composto da 102.561 unita' con una eta' media di 55 anni per i direttivi e di 45 anni per i restanti ruoli. La prevalenza del personale (circa l'80%) risulta inoltre immesso in ruolo oltre il 25 giugno 1982 (data di entrata in vigore della legge di riforma 121/81) risultando, cosi', destinatario del sistema misto o esclusivamente contributivo del futuro calcolo del trattamento pensionistico. "Per questo - conclude Tissone - si rende piu' che mai necessario un confronto urgente con l'attuale governo".