Art.1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

sabato 31 maggio 2014

Il testo della risoluzione in Commissione presentato alla Camera dei Deputati

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00377presentato da FIANO Emanuele
testo di Mercoledì 28 maggio 2014, seduta n. 235

La I Commissione,

premesso che:
alla luce dei numerosi riferimenti presenti sia nella parte I che nella parte II della Costituzione, si può certamente ritenere che la sicurezza pubblica costituisca un bene costituzionalmente tutelato, in quanto volto alla complessiva salvaguardia dei diritti di libertà dei cittadini;
compito dei pubblici poteri, infatti, è non solo quello di intervenire in chiave repressiva per arginare condotte che abbiano intaccato la sfera dei diritti individuali, ma altresì quello di promuovere l'effettiva garanzia dei diritti fondamentali, anche attraverso interventi che possano determinare le condizioni per una piena espressione della persona e della sua dignità;
tuttavia, si può ormai ritenere che i numerosi e ripetuti tagli di risorse che negli ultimi anni hanno riguardato il comparto della sicurezza e del soccorso pubblico, hanno dato vita di fatto ad un graduale e marcato cambiamento del modello di sicurezza in Italia;
particolarmente problematiche si sono rivelate in tal senso le previsioni dell'articolo 66, comma 9-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto del 2008, n. 133 per gli anni 2010-2011, e il successivo blocco parziale del turn over fissato al 20 per cento per il triennio 2012-2014, al 50 per cento per l'anno 2015 e al 100 per cento a decorrere dal 2016; solo con la legge di stabilità 2014, poi, la facoltà assunzionale è stata in parte elevata al 55 per cento a decorrere dall'anno 2014, con previsione di elevare ulteriormente tale percentuale fino al 70 per cento per l'anno 2015. Si è determinato così un repentino e deciso innalzamento dell'età media di tutti gli operatori del settore, che supera i 45 anni di età ed è oggi tra le più alte d'Europa, con conseguenze tutt'altro che trascurabili: sul piano dell'efficienza in generale, su quello dell'efficacia degli interventi operativi delle forze dell'ordine, sul piano della lievitazione dei costi necessari per fronteggiare le esigenze di ordine e sicurezza pubblica, poste da un personale con un età così elevata che, se scorporata nelle qualifiche (gradi) intermedie (ispettori e marescialli) o apicali (funzionari-dirigenti e ufficiali), ha superato da tempo i 50 anni;
un ulteriore aggravio dei carichi di lavoro per il personale in uniforme è stato determinato dall'attribuzione di funzioni ordinariamente svolte da personale civile dello Stato, e non da operatori del comparto sicurezza, con inevitabile disagio organizzativo per un comparto a cui dovrebbero essere affidate solo le delicate funzioni dell'ordine e della sicurezza pubblica;
circostanza questa aggravata anche da una serie di politiche di recente introduzione, a carattere meramente securitario, che in generale hanno determinato soluzioni di dubbia costituzionalità, come nel caso delle previsioni normative in tema di sicurezza pubblica urbana affidata ai privati attraverso le ronde di cittadini o nel caso dei discutibili provvedimenti legislativi che assegnarono ai sindaci poteri di ordinanza superiori ai prefetti;
vi sono poi state iniziative legislative su temi delicati e complessi, come nel caso del reato di immigrazione clandestina, la cui introduzione ha finito per comportare un inutile aggravio della mole di lavoro degli operatori del settore, non adeguatamente compensata dalle risorse necessarie per fronteggiare l'accresciuto carico di lavoro specie in ordine pubblico;
va altresì considerato che il modello della polizia di sicurezza (attività di prevenzione) esistente nel nostro Paese è stato in parte modificato a causa delle esigenze sorte successivamente agli attentati terroristici del 2001, che hanno portato, come è noto, ad un aumento della tensione sul piano internazionale, con un conseguente incremento della consistenza delle forze impiegate nel contrasto al terrorismo internazionale;
anche alla luce dei principi costituzionali sopra citati, oggi non appare più sostenibile un modello di sicurezza e di soccorso pubblico determinato quasi esclusivamente da esigenze di bilancio, e dalle conseguenti ripetute politiche finanziarie dei «tagli lineari», nonché dal congelamento del reddito individuale e dei rinnovi contrattuali;  
del resto la stessa legge n. 21 del 1981 - che da un lato aveva esaltato il carattere civile e democratico delle autorità di pubblica sicurezza e degli agenti e ufficiali di pubblica sicurezza, e dall'altro aveva ribadito che tale materia fosse necessariamente riservata allo Stato - è stata progressivamente erosa nelle sue finalità da una serie di interventi normativi, che ne hanno intaccato le linee portanti, oltre a produrre duplicazioni di compiti e funzioni, e la conseguente moltiplicazione dei centri di spesa e di spreco del denaro pubblico;
a fronte di ulteriori tagli previsti nel DEF appena approvato, e dell'annunciata spending review che riguarderà tutti i settori dello Stato, appare ineludibile ripensare un nuovo modello di sicurezza per il nostro Paese che, ferme restando le esigenze e gli obiettivi di bilancio, ne ridisegni obiettivi, funzioni e organizzazione, anche al fine di rendere più efficace ed efficiente il lavoro svolto dagli operatori del comparto sicurezza, e dotandolo delle risorse necessarie a perseguire gli obiettivi istituzionali,

impegna il Governo:
a presentare al Parlamento, entro tre mesi, una relazione dettagliata sulle condizioni professionali e retributive degli operatori, sugli organici e sulle dotazioni di cui dispongono i diversi corpi e specialità, e sulla dislocazione sul territorio dei diversi presidi del comparto sicurezza e soccorso pubblico, al fine di valutarne l'idoneità e l'efficacia, quantitativa e qualitativa, per il raggiungimento degli obiettivi affidati dalla legge alla sicurezza nazionale, nonché a presentare un'analisi del quadro normativo esistente, sia a livello centrale, che a livello regionale e locale (compreso il sistema della polizia locale), che tenga conto in particolare degli effetti prodotti sul comparto sicurezza e del soccorso pubblico dalle disposizioni di legge entrate in vigore dopo la legge n. 121 del 1981;
a predisporre, previo esame delle competenti Commissioni parlamentari, ed entro il periodo indicato dal DEF, un piano di riforma che, salvaguardando il principio di specificità, renda più efficiente l'organizzazione dell'intero comparto sicurezza e del soccorso pubblico, compresi il tema del riordino delle carriere, per una effettiva valorizzazione delle professionalità, anche con l'obiettivo di consentire una migliore e più moderna organizzazione delle forze del comparto sicurezza e del soccorso pubblico sul territorio.

(7-00377) «Fiano, Rosato, Giorgis, Fabbri, Gasparini, Naccarato, Capozzolo, Villecco Calipari».

“Non voltarti dall’altra parte” - La CGIL aderisce alla campagna contro lo sfruttamento sessuale di bambini e adoloescenti ai Mondiali di calcio brasiliani


Ha preso il via la campagna di sensibilizzazione “Non voltarti dall’altra parte”, finanziata dall'Unione Europea e dal Sesi (Servizi Sociali per l'Industria del Brasile). Coordinata da ECPAT per prevenire il rischio di sfruttamento sessuale minorile a fini commerciali in occasione dei Mondiali di calcio 2014 che avranno luogo in Brasile. 
 
 
 
La campagna ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello sfruttamento sessuale sui minori, fornendo indicazioni e strumenti per segnalare casi di sospetto sfruttamento.

“Non voltarti dall’altra parte” è realizzata in collaborazione con altre cinque sedi ECPAT (Germania, Austria, Olanda, Lussemburgo e Ncf Polonia). La diffusione della campagna a livello globale sarà resa possibile grazie al supporto di altri 16 Paesi associati (Belgio, Brasile, Bulgaria, Estonia, Gambia, Italia, Kenya, Madagascar, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Senegal, Sud Africa, Spagna, Svizzera e Ucraina).

In Italia, ECPAT sta lavorando a stretto contatto con il mondo dello sport giovanile - CSI in primo piano - e del turismo - con partner come l’ENIT, Alitalia, Quiicki, AITR, CGIL CISL e UIL Confederali, le Federazioni di Categoria del settore turismo FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS UIL ed EBNT, Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, associazioni come Terre di Mezzo e CTS, società private come Hangoolose.

Ma in Italia vogliamo di più. Gli italiani, purtroppo, sono ai primi posti tra coloro che scelgono il Brasile come meta per consumare sesso con minori. Si stima che siano circa 80.000 ogni anno. L’attività di prevenzione deve coinvolgere tutti, in primis la Nazionale che rappresenterà il nostro Paese in questa importante competizione internazionale. A questa convocazione devono aggiungersi però anche le istituzioni e la popolazione. Aiutaci anche tu! Partecipa alla campagna, condividi la nostra pagina, diffondi i materiali e NON VOLTARTI DALL’ALTRA PARTE! Comportati da tifoso responsabile! 

Allegati:

Primo Piano - Istat: Cgil, su lavoro indica direzione da seguire

La nota ufficiale della Confederazione sul recente rapporto pubblicato dall'Istat sul tema del lavoro.
 
 
“Sul tema lavoro la fotografia che lancia oggi il rapporto Istat indica la traccia che il governo dovrebbe seguire, al contrario di quanto fatto ad oggi con il recente decreto lavoro. Un provvedimento che rischia di aggravare la situazione aumentando la precarietà e la breve durata dei contratti a termine, con i rinnovi illimitati e l'alto numero di proroghe senza causali”.
 
“I problemi evidenziati, infatti, - prosegue - ricalcano esattamente le priorità indicate dalla Cgil nel corso degli ultimi mesi: crescita della precarizzazione dei rapporti di lavoro negli ultimi 5 anni per l'incertezza dovuta alla crisi; difficoltà di collocazione dei lavoratori over 50 e delle lavoratrici madri; ripresa dell'emigrazione giovanile in particolare qualificata; crescita dei lavoratori poveri, in particolare donne”. Per questo la Cgil ribadisce che “occorre una riforma universale degli ammortizzatori sociali, la sperimentazione di un contratto a tutele progressive che cancelli quasi tutte le 46 tipologie atipiche di lavoro esistenti, un cambiamento profondo della riforma Fornero sulle pensioni e una norma vera che contrasti le dimissioni in bianco”.

Inoltre, aggiunge la nota, “il dato sulle competenze come strumento per rafforzare il rapporto di lavoro e ad inserirsi nel mercato, indica che la formazione è un settore strategico su cui investire”. La Cgil ha lanciato a riguardo “una proposta di riforma della formazione professionale, dei servizi pubblici per il lavoro e degli ammortizzatori, si possono dare risposte in tempi brevi su tutti e tre questi temi senza cancellare diritti ma al contrario estendendoli a precari e soggetti fragili. Ci vuole disponibilità al dialogo e una volontà politica che sia orientata dal principio di 'fare presto' ma soprattutto di 'fare il meglio'. A partire dalla garanzia giovani e dalla riforma degli ammortizzatori, c'è bisogno del lavoro di tutti, governo, regioni e parti sociali, per dare risposte ad emergenze non rinviabili e che facciano fare uno scatto in avanti al paese, senza che nessuno venga lasciato solo”, conclude la nota.

CGIL, serve lavoro per donne e maggiori servizi. “Lavoro per le donne e maggiori servizi per rilanciare il Paese”. Questa la strada indicata dall'Istat nel rapporto annuale per la responsabile politiche di genere della Cgil Nazionale, Loredana Taddei, secondo la quale i dati dell'istituto di statistica “fotografano l'aumento delle donne costrette a lasciare il lavoro in occasione della nascita dei figli, il minimo storico per le nascite, il peggioramento della situazione di conciliazione dei tempi di vita delle donne, l'aumento della quota di occupate con figli piccoli che lamentano le difficoltà di conciliazione e, infine, la riduzione della spesa sociale nei comuni”.

Per la dirigente sindacale “sono tutte facce della stessa medaglia, a ulteriore dimostrazione che l'Italia è uno dei Paesi europei che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e che così facendo spreca una grossa fetta del capitale umano disponibile, oltre a ridurre l'orizzonte temporale dei progetti di vita delle donne, alle prese con potenti vincoli riguardo le scelte di maternità”.

Secondo Taddei “è urgente un cambiamento di rotta: questi dati dovrebbero indurre il governo a fare in modo che le politiche di investimento e valorizzazione del capitale umano (servizi, strumenti di conciliazione tra famiglia e lavoro) siano prioritarie. Non solo per un fatto di equità e giustizia, ma perché aumentare l’occupazione femminile gioverebbe all’economia, secondo l’Ocse infatti il reddito pro capite aumenterebbe per tutti di un punto percentuale l’anno”.

Cantone: Renzi mantenga la promessa di 80 euro ai pensionati Pensionati

"Da ormai 15 anni - aggiunge - i pensionati sono il bancomat dei vari governi e questa èuna grande ingiustizia. Il potere d'acquisto dei pensionati è sceso del 15%". "Il premier Renzi mantenga la promessa di voler estendere il bonus fiscale di 80 euro anche ai pensionati". Lo afferma a Bolzano il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone. E' quanto riporta l'Ansa. "Da ormai 15 anni - aggiunge - i pensionati sono il bancomat dei vari governi e questa èuna grande ingiustizia. Il potere d'acquisto dei pensionati è sceso del 15%". Insieme a Fnp Cisl e Uilp Uil, un milione di cartoline saranno spedite a Renzi per chiedere giustizia sociale per i pensionat, con il titolo "Non stiamo sereni".

rassegna.it

mercoledì 28 maggio 2014

Strage Brescia: la CGIL non dimentica


Sono trascorsi quarant'anni dalla mattina in cui a Brescia, in Piazza della Loggia, durante una manifestazione indetta dai sindacati contro il terrorismo neofascista persero la vita 8 persone, mentre un centinaio rimasero ferite per l'esplosione di un ordigno. Era il 28 maggio del 1974 e oggi come allora la CGIL continua a pretendere “verità e giustizia: queste due sono le sole parole che possono chiudere definitivamente una delle vicende più drammatiche della storia del nostro paese”. In questi 40 anni si sono consumate tre istruttorie, che hanno portato ad una successione di vicende processuali arrivate sino in Cassazione, dove proprio quest'anno, il 21 febbraio, è stata riaperta la procedura giudiziaria contro due esponenti neofascisti.

Mentre le verità storiche sono accertate e riconosciute, la CGIL torna a chiedere con insistenza di fare luce sulla verità giuridica e sulle responsabilità individuali. “Ristabilire verità e giustizia per quella strage che ferì brutalmente il paese, non solo sul versante storico ma anche giudiziario - prosegue la CGIL -, è una necessità dovuta alle vittime e ai loro familiari, così come alla nostra stessa democrazia. Vittime di quell'attentato furono, infatti, come in molti altri casi e momenti bui della nostra storia, lavoratrici e lavoratori nel loro essere baluardo insuperabile a difesa della democrazia e portatori di un'istanza di emancipazione e progresso”.

"Il nostro impegno, quello dell'intero movimento sindacale - avverte la CGIL -, non si fermerà senza la parola fine sul piano giudiziario, senza che siano accertati autori e complici di quell'atto atroce e sanguinoso. E' un'esigenza dovuta anche al bisogno di costruire definitivamente una memoria condivisa, la sola via per rifondare quel clima di fiducia determinante per la qualità della democrazia e le istituzione del nostro paese”.

Proprio in occasione del 40° anniversario della strage di Piazza della Loggia è stata inaugurata, il 23 maggio, la mostra 'Capo/Lavoro - Arte e impegno sociale nella cultura italiana attraverso il Novecento' promossa dalla CGIL e dal Comune di Brescia presso il Museo Santa Giulia, via dei Musei 81/b, alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

Torino, 19 maggio 2014 - Riunione della Commissione Paritetica Tecnologia e Informatica.



 
 

... cosa c'é dietro le quinte delle elezioni...


martedì 27 maggio 2014

2 giugno: festa della repubblica multietnica - Accogliamo diversità, spargiamo ricchezza


Il progetto della Festa della Repubblica Multietnica è arrivato alla sua quinta edizione. Nato come un piccolo evento, è via via cresciuto sia nei contenuti sia nella partecipazione.

La parte organizzativa della festa è fondamentale per le varie persone e realtà al fine di incontrarsi e conoscersi, imparare a condividere idee, proposte e difficoltà, cercando soluzioni comuni. Ed è proprio questo lo spirito di Convergenza delle Culture: la ricerca degli aspetti comuni tra persone di provenienze e culture diverse, la scoperta dell’altro, la condivisione, la solidarietà, la reciprocità (ognuno ha qualcosa da dare a qualcun altro, affinché questo a sua volta possa dare ad altri ancora).

Possiamo quindi affermare che uno degli scopi della festa è la creazione di una rete, o meglio ancora di una comunità, di persone con legami che possano andare oltre la festa stessa, sostenendosi e lottando per i diritti di tutti, indipendentemente dalla cultura di appartenenza, appoggiandosi nelle reciproche iniziative. Con un unico obiettivo: una società libera da sentimenti, pensieri e atti discriminatori e violenti.

La Repubblica dovrebbe essere davvero la “cosa di tutti”: tutti coloro che ci vivono devono poterla “coltivare” con i propri semi, ovvero con le proprie speranze, aspirazioni, idee e credenze, con il proprio lavoro e impegno, per raccoglierne i frutti nel futuro. L’esclusione e la solitudine, due grandi malattie della nostra società, vanno combattute coltivando semi diversi, che persone provenienti da altri paesi non consumisti come il nostro ancora possiedono e possono donare, così come hanno “semi” da spargere molte persone che magari rimangono nell’ombra e non pensano di avere voce in capitolo. La natura ci insegna da sempre che “mischiarsi” significa migliorare, diventare più forti, avere più strumenti per affrontare le difficoltà. L’immigrazione non è un problema di ordine pubblico, non è una minaccia, è una necessità e un’opportunità, così come lo è stato sempre nella storia dell’umanità. La società multietnica e multiculturale è già il nostro presente, noi vogliamo renderlo palese in piazza, in un momento di allegria e condivisione.

Augurandoci che vicende tragiche dell’anno appena passato quali i naufragi nel Mediterraneo, la situazione di Lampedusa, le condizioni nei CIE, solo per citarne alcune, possano in futuro non accadere più, ci proponiamo di promuovere:

- lo sradicamento di ogni forma di razzismo e violenza
- la libertà di circolazione e di soggiorno per tutti
- il diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia
- l’abolizione delle leggi discriminatorie Turco-Napolitano, Bossi-Fini e Pacchetto Sicurezza
- la chiusura e abolizione dei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione)
- la denuncia dello sfruttamento del lavoro degli immigrati e di tutte le persone sfruttate e deboli
- la parità di diritti e di doveri per chiunque a prescindere dal paese di origine, lingua, religione, ideologia politica, ceto sociale, reddito, interessi, aspirazioni e orientamento sessuale.
 
www.repubblicamultietnica.it

venerdì 23 maggio 2014

E' mancato il compagno VITTORIO RIESER

Venerdi’ 23 maggio Ore 14:00-17:00 camera mortuaria Ospedale GRADENIGO

Sabato 24 maggio dalle Ore 9:00 alle Ore 11:30 camera ardente di commemorazione c/o la Sala “PIA LAI” in CGIL Via Pedrotti 5 Torino

Sabato 24 maggio Ore 12:10 Tempio Crematorio Cimitero Monumentale Corso Novara - Torino
Necrologio

In ricordo di Vittorio
Vittorio Rieser è stato un uomo che non ha solo creduto nel movimento operaio, ne ha fatto parte, contribuendo a far crescere sempre, e senza indulgenza alcuna, una cultura critica. Una cultura critica che partiva dal punto di vista dei lavoratori, dalla loro esperienza. Il sapere operaio, il sapere espresso nel lavoro è stato il punto di vista da cui Vittorio procedeva con le sue analisi acute e profonde dei cambiamenti con l'obiettivo di riconoscere, anche nelle tracce più sfumate, la volontà dei lavoratori di affermare la loro autonomia.
Sapere e autodeterminazione dei lavoratori sono stati i riferimento del suo impegno sindacale che ha svolto, lo ricordiamo, con generosità, rigore intellettuale e spirito libertario. Un rigore che animava la sua profonda curiosità culturale; un intellettuale raffinato che ha scelto di stare dalla parte del movimento organizzato dei lavoratori, senza ambiguità e lontano dall'autoreferenzialità accademica.
Vittorio Rieser non amava il palcoscenico, preferiva il lavoro dell'inchiesta. Anche questa fu la peculiarità del suo impegno intellettuale. Un impegno che lo portò dai “Quaderni rossi”, al movimento studentesco, all'impegno politico sino alla suo essere un riferimento per molte compagne e compagni della CGIL.
Impegno intellettuale e militanza sindacale. Un esempio che ci mancherà. Ciao Vittorio.

Camera del lavoro di Torino

Sicurezza: Silp-Cgil, se Renzi serio sblocchi retribuzioni

(ANSA) - ROMA, 22 MAG - "In un paese serio non ci si sognerebbe mai di bloccare per oltre cinque anni le retribuzioni di chi serve, con spirito di sacrificio, le proprie istituzioni". Cosi' Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil, commenta quanto detto dal premier Matteo Renzi nel corso di una cerimonia dei carabinieri. "Aver prorogato di un ulteriore anno il provvedimento di blocco contrattuale, aggravato dall'estensione del blocco al tetto salariale individuale delle donne e degli uomini in divisa - secondo Tissone - non dimostra una reale vicinanza e, per questo, chiediamo al Governo un impegno teso a ripristinare, dal 2015, contratto, assegni di funzione e aumenti derivanti dalle promozioni del personale che, dal 2009, producono effetti estremamente negativi e,deleteri che hanno generato un impoverimento salariale di circa 200 euro medi mensili per ogni singolo operatore".

Congresso Csi Ituc - Il sindacato europeo contro l'austerità: politica suicida

Sintonia tra le organizzazioni del vecchio continente nel giudizio sulle politiche di solo rigore e contenimento del deficit portate avanti in questi anni. Cgt, Comisiones Obreras e Cgil chiedono una nette inversione di marcia: solidarietà tra gli Stati.
L'austerità è una politica “suicida” per gli Stati membri dell'Ue. Solo la solidarietà fra gli Stati può “rimettere in moto la macchina economica”. L'appello arriva dai sindacati europei riuniti a Berlino, nella capitale dell'austerità, per il 3° congresso della Confederazione internazionale dei sindacati (Csi-Ituc), la più grande organizzazione sindacale mondiale, che raggruppa 325 organizzazioni sindacali, in 161 paesi, con una affiliazione totale di 176 milioni di lavoratrici e lavoratori.
“Si è tagliato troppo il deficit - ha detto Thierry Lepaon, leader della francese Cgt (Confederation Generale du Travail) - Solo la solidarietà fra gli Stati può rimettere in modo la macchina economica”. “In un mondo sempre più disuguale, da Vancouver a Berlino, dove ci sono 200 milioni di disoccupati, di cui 26 nell'Ue e 6 in Spagna”, è stata Angela Merkel “a suggerire di tagliare la spesa sociale”, ha rincarato la dose il leader di Comisiones Obreras Ignacio Toxo, prendendo la parola.
Piena sintonia con le parole pronunciate nel suo intervento da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. “Se continuano le politiche di austerità, quelle europee ma anche fuori dall'Europa, se continua l'idea che la competizione avviene sui bassi salari, se continua l'idea che la diseguaglianza è utile nel mondo, noi non costruiremo nuova occupazione e soprattutto non la costruiremo dignitosa”, ha detto Camusso.
Ma, secondo il leader Cgil, in Italia, tranne che sul tema dell'Irpef e dell'Irap, le politiche sono in continuità con il passato: “Non c'è l'idea di mettere in moto investimenti”, ha detto Camusso in un colloquio con l'Ansa. “Gli annunci continuano a non trovare una corrispondenza nell'impegno a creare lavoro”.

giovedì 22 maggio 2014

Armando Spataro nuovo procuratore di Torino

Roma, 21 mag. - (Adnkronos) - Armando Spataro è il nuovo capo della Procura di Torino. 
Lo ha nominato il Consiglio superiore della magistratura con 16 voti. Otto i voti a favore dell'altro candidato, Francesco Enrico Saluzzo, procuratore a Novara. 
Sostituto procuratore a Milano, pm del processo per il rapimento di Abu Omar, Spataro prende il posto lasciato da Giancarlo Caselli, che è andato in pensione a dicembre scorso.

martedì 13 maggio 2014

Sullo scandalo della scorta di Scajola il Silp-Cgil chiede la rimozione del questore di Imperia

"Chiediamo la rimozione del questore (Pasquale Zazzaro, ndr) e che il capo di gabinetto (Alessandro Asturaro, ndr) si assuma le proprie responsabilità, in qualità di dirigente dell'ufficio, qualora venga accertato dalla magistratura un uso distorto o allegro della scorta". Lo ha dichiarato questo pomeriggio il segretario provinciale imperiese del Silp-Cgil, Antonio Peroni, al termine di un vertice sindacale con il consigliere ministeriale aggiunto, Raul Carnevale, chiamato a far luce sull'uso della scorta da parte dell'ex ministro Claudio Scajola.
"Chiediamo che il questore venga rimosso per due motivi - ancora Peroni - innanzitutto per aver dichiarato di voler aprire un'indagine interna solo sui quattro agenti della scorta; mentre avrebbe dovuto limitarsi a parlare di indagine interna, perchè le responsabilità vanno appurate dall'ultimo degli agenti al dirigente. Poi, perché non ci sono più le condizioni di serenità per lavorare in Questura e questa vicenda è solo la punta dell'iceberg". Sul caso scorta i sindacati hanno manifestato la volontà di mantenere i rapporti solo con Carnevale, avendo rotto già da tempo le trattative con il questore, che è stato addirittura citato in tribunale per condotta antisindacale.

Caso Scajola: non ricada sui poliziotti la responsabilità dell’uso improprio e spregiudicato della scorta

Mi auguro che non ricada sui lavoratori la responsabilità per l’uso “improprio e spregiudicato” della scorta dell’ex Ministro dell’Interno Scajola ipotizzato dai magistrati che indagano su di lui. Ci sono personalità che ne hanno un’effettiva necessità, la cui vita è in serio pericolo, ma l’annosa questione dei servizi di protezione ha risvolti anche perversi.
Non siamo stupiti se alcuni Magistrati esprimono un giudizio così grave. Lo sanno bene i lavoratori impegnati nelle scorte, come lo sappiamo bene noi che denunciamo ad ogni occasione la disinvoltura con la quale si ricorre a servizi che dovrebbero avere carattere di effettiva necessità ed eccezionalità. La perversione è tipica di chi, abusando della propria posizione e influenza, distoglie i nostri lavoratori dai loro compiti o ne banalizza le funzioni.
Un’Amministrazione storicamente alle dipendenze della politica rischia di presentarsi debole davanti a certe situazioni.
D’altro canto, quando si distoglie i lavoratori dalle loro funzioni, si fa un uso distorto della cosa pubblica e li si priva della dignità e del rispetto che si deve a chi impegna la propria professionalità, ma anche, e soprattutto, la propria vita.
Siamo abituati a vedere riconosciuta la nostra dignità solo quando restiamo vittime di un attentato. E’ evidente che qualcosa non funziona, come non funziona il fatto di attribuire responsabilità di un impiego distorto a chi non può averne.
Restiamo particolarmente interessati al percorso di accertamento delle responsabilità e ne seguiremo con attenzione l’esito perché il Piemonte è uno dei territori che impegna buona parte delle proprie risorse nei servizi di protezione. 
Nicola Rossiello

lunedì 12 maggio 2014

QUEL POLIZIOTTO DIMENTICATO di Roberto Saviano

Roberto Mancini aveva indagato sui rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi. Pochi giorni fa è morto di tumore, “malattia professionale”. Ma tra i suoi colleghi che difendono i loro compagni accusati di violenze, nessuno si ricorda di lui.
La realtà è sempre complessa e lo è ancor di più se si prova a renderla facile, a semplificarla per guadagnare il consenso. O quando si tenta di appiattirla al servizio di comode logiche di appartenenza. Nonostante io sia scortato dai Carabinieri, e conosca talento e abnegazione degli uomini dell’Arma, non posso ignorare che i casi di Stefano Cucchi e Riccardo Magherini gettano ombre sulle forze dell’ordine, e le gettano tanto più perché la prima reazione delle autorità è stata tentare di minimizzare.
Di fronte ai sospetti dell’opinione pubblica chi dovrebbe rendere conto con chiarezza ai cittadini tende a rispondere derubricando i comportamenti violenti dei poliziotti in eccessi colposi. Lo fanno per difendersi meglio sul piano giuridico, ma questo determina la sostanza, e finisce per erodere la credibilità delle istituzioni.
C’è un’altra strategia poi, sempre la stessa, intollerabile. Si scava nella vita del morto per dimostrare che era un poco di buono. Che era un drogato. Che era un disadattato, un marginale. E così l’attenzione si concentra su vizi presunti o reali del morto senza chiedere conto a chi lo ha visto vivo per l’ultima volta come quel corpo si sia procurato ferite e contusioni mortali.
Ci sono poi fatti che non possono passare sotto silenzio e che non è possibile non stigmatizzare. L’applauso ai poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi durante il congresso del Sindacato autonomo di Polizia (Sap) è un atto vergognoso, ma l’indignazione non basta più.
La strategia è ormai chiara: garantire ai poliziotti la serenità che qualunque cosa accada – possono sbagliare, finanche uccidere ed essere condannati – quel sindacato sarà sempre al loro fianco. Il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, trova spazio sulla peggiore stampa italiana, e da quei pulpiti arriva ad affermare una cosa che fa accapponare la pelle, ovvero che la polizia è stanca di stare sulla difensiva. Affermazione gravissima, che varrà la pena di ricordare quando il prossimo poliziotto calpesterà un essere umano credendolo uno zaino.
C’è poi il meccanismo per disinnescare le critiche che fa leva sull’eroismo e sull’onestà della stragrande maggioranza di poliziotti e carabinieri. Se un poliziotto sbaglia, si ricorda la scorta di Giovanni Falcone morta durante il servizio, senza farsi scrupoli nell’accostare persone oneste morte da eroi ad assassini in divisa. Spacciano l’appartenenza al corpo per garanzia, ma le azioni e le volontà sono individuali. Un uomo salvato da un poliziotto non giustifica un uomo ammazzato o maltrattato da un altro poliziotto: è una banalità, ma deve essere chiara, altrimenti non sarà mai possibile raccontare un’altra polizia. Una polizia che non riceve applausi, che lavora in silenzio, che vive e muore in silenzio.
Roberto Mancini è stato un poliziotto vero. È morto lo scorso 30 aprile, ucciso da un tumore sviluppato per aver fatto bene il proprio lavoro. Da commissario della Criminalpol, negli anni Novanta, Mancini aveva indagato sul traffico di rifiuti tossici in Campania e compiuto continui sopralluoghi nella Terra dei fuochi. Già nel 1996 aveva denunciato un consistente e pericoloso traffico di rifiuti, facendo nomi e cognomi. Uno dei protagonisti assoluti di quel traffico, l’avvocato Cipriano Chianese, oggi è agli arresti domiciliari dopo che – secondo le accuse – avrebbe smaltito illegalmente rifiuti provenienti dal Nord, costruendo un impero economico. A Chianese sono stati confiscati beni per 82 milioni di euro; Mancini ha ricevuto dallo Stato solo 5mila euro come indennizzo per il cancro che alla fine l’ha portato alla morte.
Ho cercato ovunque una dichiarazione di Gianni Tonelli su Roberto Mancini, ma non ho trovato nulla.
Dopo Genova, dopo i casi Cucchi, Uva, Aldrovandi, non possiamo più solo indignarci. C’è bisogno di una riforma legislativa a tutela della stragrande maggioranza di poliziotti e carabinieri che svolgono il proprio lavoro con senso di responsabilità. È il momento di introdurre il reato di tortura. Solo in questo modo si darà la possibilità effettiva al cittadino di sentirsi tutelato. E ai corpi di polizia di non vedere sviliti il loro lavoro e la loro credibilità a causa di chi non merita di vestire alcuna divisa.

  10 maggio 2014





sabato 10 maggio 2014

Il comunicato stampa del SILP CGIL Torino relativo alla manifestazione odierna contro la realizzazione della TAV Torino - Lione

Dichiarazioni del Segretario Generale SILP CGIL Torino: 
"Oggi a Torino, la Manifestazione NO TAV è stato un esempio di vera democrazia, grazie alla capacità gestionale del Questore, del senso di responsabilità delle forze dell'ordine impegnate, degli organizzatori del corteo e dei manifestanti. Credendo fermamente che il dissenso sia legittimo se manifestato con senso civico e non violenza, al di fuori si strumentalizzazioni e speculazioni, auspichiamo che sempre più attraverso il dialogo si riequilibri l'attenzione politica verso i bisogni reali della gente."

AMIANTO: SILP-CGIL, SCREENING SU ELICOTTERI CONFERMA PREOCCUPAZIONI SU RISCHI

Roma, 10 mag. - (Adnkronos) - ''La circolare con cui la Polizia di Stato ha deciso di avviare uno screening su tutti gli elicotteri in dotazione allo scopo di assicurare la massima tutela della salute del personale dipendente in servizio presso i Reparti Volo conferma le preoccupazioni del Silp-Cgil circa il potenziale rischio da esposizione all'amianto per tecnici e piloti". Lo sottolinea lo stesso sindacato Silp-Cgil che con il suo segretario nazionale, Daniele Tissone, aveva denunciato gia' dalla scorsa estate il "pericolo e i rischi provocati'' dalla presenza di amianto in alcuni componenti degli elicotteri.
A giudizio di Tissone, ''essendovi anche il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione, nello spirito di massima attenzione verso la serenita' degli addetti al settore, abbiamo chiesto ieri al Ministero dell'interno un piano di intervento caratterizzato da provvedimenti di prevenzione e protezione assumendo, nella circostanza, il significato pieno di sorveglianza sanitaria, superando la previsione della sola 'adesione su base volontaria'.
Il Silp-Cgil sollecita ''i datori di lavoro interessati a dare piena attuazione alle previsioni di legge tese a ricevere informazioni e documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative, nonche' quelle inerenti alle sostanze ed ai preparati pericolosi, alle macchine, agli impianti, alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali''. (Sin/Zn/Adnkronos) 10-MAG-14 13:26

SILP CGIL PIEMONTE - ARCHIVIO APERTO - 56-57/14 - Bollettino di segnalazioni legislative e giurisprudenziali

RATEI PENSIONISTICI
Retroattività della prescrizione
Con sentenza del 2014 la Corte Costituzionale ha stabilito l'illegittimità della norma che
prevede la retroattività anche per i giudizi pendenti in primo grado del termine prescrizionale
di cinque anni dei diritti previdenziali; la Corte Costituzionale ricorda che il diritto alla pensione
e' imprescrittibile e non soggetto a termini di scadenza, risultano invece soggetti a prescrizione
e decadenza i ratei delle prestazioni previdenziali e, in passato, aveva già precedentemente
escluso che l'istituto della decadenza tolleri, per sua natura, applicazioni retroattive, quindi , la
norma censurata e' stata riconosciuta illegittima nella parte in cui prevede che le disposizioni di
cui al comma 1, lettera d) del DL 98/2011 si applicano anche ai giudizi pendenti in primo grado
alla data di entrata in vigore della Manovra-bis del 2011, dato che prevede che il diritto ad
accessori o ratei arretrati di prestazioni pensionistiche già riconosciute, si estingua ove la
domanda non risulti, rispettivamente, proposta nel più ridotto termine triennale di decadenza o
in quello quinquennale di prescrizione.

MULTE STRADALI
Spese postali o di accertamento
Con sentenza del 2014 la Cassazione, ribaltando un precedente indirizzo, ha stabilito
che il pagamento delle multe stradali, a cui non sono state aggiunte l'intero importo delle
spese postali o di accertamento, non deve comportare il raddoppio delle sanzioni (cittadini che
per non aver versato 3 euro si sono visti arrivare a casa cartelle da centinaia di euro).

VIOLENZA CONTRO LE DONNE
La tutela delle donne nella prospettiva italiana e nel diritto internazionale
Si segnala la pubblicazione nel sito internet "www.diritto.it" del saggio "La tutela delle donne
nella prospettiva italiana e nel diritto internazionale" che affronta il tema della violenza sulle
donne; nella pubblicazione si evidenziano i temi trattati nella Convenzione di Istanbul per la
prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli, che
rappresenta il primo strumento vincolante in grado di creare un quadro giuridico completo al
fine di proteggere le donne da ogni forma di violenza, oltre a mettere in atto misure volte a
"prevenire, perseguire ed eliminare la violenza anche domestica". A commento della
Convenzione si sottolinea la fondamentale importanza di operare attivamente nella società,
contribuendo sia ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne ed a promuovere
la concreta parità tra i sessi.

TUTELA DEL BAMBINO E SALVAGUARDIA DEI SUOI LEGAMI FAMILIARI
Approvazione di indicazioni operative per i servizi inerenti i luoghi per il diritto - dovere di visita e di relazione (cosiddetti di luogo neutro)
Con DGR del 2014 la Regione Piemonte, attraverso un'indagine conoscitiva da
parte delle Direzione Politiche Sociali presso gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali,
sull'attività svolta dai luoghi per il diritto-dovere di visita e di relazione (cosiddetti di Luogo
Neutro) ha delineato, in base anche a quanto definito a livello nazionale attraverso la legge
n.184 del 1983 "Diritto del minore ad una famiglia", una serie di indicazioni operative, quali:
ridefinire finalità e funzioni dell'intervento al luogo neutro; prevedere tempi definiti
dell'intervento, in coerenza con altre previsioni normative regionali in materia; individuare
interventi alternativi al luogo neutro; delineare un'ipotesi organizzativa per gli Enti gestori, al
fine di assicurare l'efficace espletamento degli interventi di luogo neutro; definire lo schema di
relazione a cura dei servizi, sull'andamento degli incontri di luogo neutro, da trasmettere
all'Autorità Giudiziaria; proporre un'ipotesi di fabbisogno orario per gli operatori articolato per
funzioni e figure professionali.

EDILIZIA PUBBLICA
Regolarizzazione posizione assegnatari di alloggi di edilizia sociale in relazione a quota minima anno 2012. Facoltà di intervento da parte dei Comuni
Con DGR del 2014 la Giunta Regionale del Piemonte ha riconosciuto: ai Comuni la
facoltà di provvedere al pagamento agli enti gestori direttamente o tramite gli assegnatari
segnalati dai Comuni stessi, entro il 31 maggio, di quanto ancora dovuto dagli assegnatari in
ordine alla quota minima relativa all'anno 2012, di cui alle DGR 20-3208 del 2011 e 6-5129 del
2012; in via straordinaria, e' stato consentito, agli assegnatari oggetto dell'intervento di cui al
precedente punto 1) e che appartengono alle categorie del punto 2) della DGR n.16-6984 del
2013, di corrispondere la quota minima dovuta per l'anno 2013 entro il termine del 31 maggio
2014; e' stato consentito agli assegnatari che si trovino nelle condizioni di cui al precedente
punto 2) di presentare istanza di accesso al fondo sociale 2013 entro il 31 maggio 2014.

DICHIARAZIONI RESE DAI LAVORATORI IN SEDE ISPETTIVA
Diritto di accesso agli atti ispettivi
Con lettera circolare del 2014 il Ministero del Lavoro, che allega la sentenza del
Consiglio di Stato in cui si approfondisce la materia sulle legittimità della sottrazione delle
dichiarazioni rese dai lavoratori in sede ispettiva alle istanze di accesso inoltrate dai datori di
lavoro o dagli altri soggetti coobbligati in solido, si comunica di aver stabilito un orientamento
uniforme in materia di accesso alle dichiarazioni rese dai lavoratori in sede di accesso ispettivo,
conferma la legittimità della sottrazione delle dichiarazioni rese dai lavoratori in sede ispettiva
alle istanze di accesso inoltrate dai datori di lavoro o dagli altri coobbligati in solido.

COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE
Definiti dall'Inps i casi di validità delle comunicazioni dei datori di lavoro
Con circolare del 2014 l'Inps interviene sulla cosiddetta pluriefficacia della
comunicazione di costituzione del rapporto di lavoro a seguito dell'interpretazione autentica del
comma 6, dell'articolo 4-bis del decreto legislativo 181/2000, fornita dal decreto legge
76/2013. Alla luce di questa lettura della norma le comunicazioni di assunzione, cessazione,
trasformazione e proroga sono valide ai fini dell'assolvimento di tutti gli obblighi di
comunicazione che, a qualsiasi fine, sono posti anche a carico dei lavoratori nei confronti delle
Direzioni regionali e territoriali del lavoro, dell'Inps, dell'Inail o di altre forme previdenziali
sostitutive o esclusive, nonché‚ nei confronti della Prefettura - Ufficio territoriale del Governo e
delle Province. Nella circolare vengono ricordati gli obblighi comunicativi che non sono piu' a
carico dei lavoratori (per quanto riguarda Cig, mobilità ordinaria e in deroga e Aspi); i
co.co.co/pro, invece, hanno l'obbligo di comunicare, a pena di decadenza ed entro un mese
dall'inizio dell'attività, quale reddito prevedono di ricavare dalla nuova occupazione in forma
parasubordinata.

AUTISTA CHE PROVOCA UN INCIDENTE STRADALE
Licenziamento
Con sentenza del 2014 la Cassazione ha stabilito che può costituire giustificato
motivo soggettivo di licenziamento dell'autista l'aver provocato un incidente stradale a causa
della negligente condotta di guida, accertata nell'aver superato di oltre i 40 KM/H la velocità
consentita, determinando un grave inadempimento ai propri obblighi; la Cassazione sottolinea,
che il fatto posto a base del licenziamento non è estraneo al rapporto di lavoro, essendosi
questo verificatosi nel pieno svolgimento delle sue mansioni, costituendo, quindi, grave
inadempimento ai propri obblighi e rappresentando una valida ragione per il venir meno da
parte del datore di lavoro della fiducia sull'esattezza delle future prestazioni lavorative del
medesimo.

DIPENDENTI PUBBLICI ISCRITTI ALLE GESTIONI PUBBLICHE
Chiarimenti sull'obbligo di iscrizione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie
e sociali
L'Inps, con messaggio del 2014, in riferimento alle richieste di chiarimento, comunica
che i dipendenti iscritti ai fini pensionistici e/o previdenziali alla Gestione Dipendenti Pubblici
sono obbligati all'iscrizione alla "Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali"; viene,
inoltre, ricordato che iscrizione ai fini pensionistici a Gestioni o Fondi Speciali diversi dalle
Gestioni pensionistiche ex INPDAP, quali ad esempio INPGI - ENPAM - Fondo speciale Ferrovie
dello Stato, in presenza dell'iscrizione previdenziale (INADEL o ENPAS) nell'ambito della
Gestione Dipendenti Pubblici, comporta comunque l'obbligo di iscrizione alla Gestione unitaria
delle prestazioni creditizie e sociali e il versamento del contributo pari allo 0,35 per cento, a
carico del dipendente, commisurato alla retribuzione contributiva e pensionabile.

RICOSTITUZIONE DELLE PENSIONI
Illustrazione delle attività
Con messaggio del 2014 l'Inps illustra le attività di ricostituzione delle pensioni
effettuate a livello centrale nel corso dei mesi di marzo e aprile 2014, con effetto a partire dalla
rata di pensione di maggio 2014, nell'ambito delle attività di ricostituzione delle pensioni
programmate a livello centrale; l'attività di ricostituzione delle pensioni a livello centrale ha
riguardato la ricostituzione automatica: delle pensioni con conguagli fiscali; delle pensioni
confermate a seguito di revisione sanitaria; delle pensioni per le quali rileva la titolarità di
rendita INAIL; delle pensioni individuate come "ricostituzioni d'ufficio" per particolari situazioni
che ne comportano il ricalcolo (nuova liquidazione di pensione Inps a soggetti già titolari di
pensione, nuova liquidazione di pensione Inps a coniuge di un soggetto titolare di pensione,
cessazioni di familiari per decesso).

BONUS IRPEF
Recupero crediti
Con risoluzione del 2014 l'Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo per il
recupero da parte dei sostituti di imposta delle somme erogate ai sensi dell'art.1 del DL 66 del
2014; nella risoluzione, si ricorda, che l'art. 1 del DL 66 del 2014, al fine di ridurre la pressione
fiscale e contributiva sul lavoro e nella prospettiva di una complessiva revisione del prelievo
finalizzata alla riduzione strutturale del cuneo fiscale, prevede un credito a favore di lavoratori
dipendenti e assimilati che non concorre alla formazione del reddito. Il credito è riconosciuto in
via automatica dai sostituti di imposta di cui agli articoli 23 e 29 del DPR 600/1973 ed è
attribuito sugli emolumenti corrisposti in ciascun periodo di paga.