Art.1

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martedì 13 maggio 2014

Caso Scajola: non ricada sui poliziotti la responsabilità dell’uso improprio e spregiudicato della scorta

Mi auguro che non ricada sui lavoratori la responsabilità per l’uso “improprio e spregiudicato” della scorta dell’ex Ministro dell’Interno Scajola ipotizzato dai magistrati che indagano su di lui. Ci sono personalità che ne hanno un’effettiva necessità, la cui vita è in serio pericolo, ma l’annosa questione dei servizi di protezione ha risvolti anche perversi.
Non siamo stupiti se alcuni Magistrati esprimono un giudizio così grave. Lo sanno bene i lavoratori impegnati nelle scorte, come lo sappiamo bene noi che denunciamo ad ogni occasione la disinvoltura con la quale si ricorre a servizi che dovrebbero avere carattere di effettiva necessità ed eccezionalità. La perversione è tipica di chi, abusando della propria posizione e influenza, distoglie i nostri lavoratori dai loro compiti o ne banalizza le funzioni.
Un’Amministrazione storicamente alle dipendenze della politica rischia di presentarsi debole davanti a certe situazioni.
D’altro canto, quando si distoglie i lavoratori dalle loro funzioni, si fa un uso distorto della cosa pubblica e li si priva della dignità e del rispetto che si deve a chi impegna la propria professionalità, ma anche, e soprattutto, la propria vita.
Siamo abituati a vedere riconosciuta la nostra dignità solo quando restiamo vittime di un attentato. E’ evidente che qualcosa non funziona, come non funziona il fatto di attribuire responsabilità di un impiego distorto a chi non può averne.
Restiamo particolarmente interessati al percorso di accertamento delle responsabilità e ne seguiremo con attenzione l’esito perché il Piemonte è uno dei territori che impegna buona parte delle proprie risorse nei servizi di protezione. 
Nicola Rossiello