Con queste poche righe ci
rivolgiamo a tutte/i coloro che pensano sia indispensabile e urgente investire
per creare il lavoro perché senza lavoro non si esce dalla crisi.
Cinque anni di crisi hanno cancellato migliaia di
posti di lavoro stabili e precari, migliaia di persone convivono con la paura
di perderlo, mentre la cassa integrazione aumenta e coinvolge tutti i settori.
I disoccupati sono 100.000 nella sola provincia di Torino.
Centinaia di imprese, cantieri,
negozi e servizi hanno chiuso o sono falliti; molti non riapriranno più
lasciando un vuoto di lavoro, di saperi, di competenze e di reddito. E' in
corso una vera de-industrializzazione del nostro territorio che si accompagna
al blocco dei lavori nell'edilizia e alla riduzione di imprese e cooperative
per il taglio delle risorse al welfare.
Il reddito da lavoro e da pensione, ridotto dalla
mancanza di occupazione e dall'aumento delle tasse, dei tributi e del costo dei
servizi non regge più. Migliaia di cittadini non sono più in grado di far
fronte alle esigenze primarie: la casa (sono 250 al mese gli sfratti per
morosità incolpevole), la salute (circa il 30% rinuncia a cure e prevenzione per
sé o per i propri familiari), l'istruzione per i figli.
Le famiglie e le persone sono sempre più fragili.
Si riducono risparmi e consumi, creando una spirale perversa che produce cassa
integrazione e altra perdita di lavoro nelle imprese che lavorano per il
mercato interno e per il welfare.
Dopo 5 anni non c'è alcun segnale di inversione
di tendenza,
anzi si
peggiora: è tempo di cambiare.
Il lavoro e una giusta redistribuzione del reddito devono
essere la priorità per il nostro paese.
Da Torino, il
territorio più colpito dalla crisi, dobbiamo, insieme,
rivendicare a
gran voce Il LAVORO.
Il lavoro è la prima richiesta per tutte/ i.
· E’ una
priorità per chi lo ha perso e non riesce più a sostenere la sua famiglia;
· E’ una
priorità per le/i giovani che hanno conosciuto solo contratti precari e oggi sono
disoccupate/i;
· E’ una
priorità per i giovani che, finita la scuola, vorrebbero un lavoro per
costruire la loro vita e la loro
indipendenza;
· E’ una
priorità per chi ha il contratto di lavoro in scadenza e non sa se verrà rinnovato;
· E’ una
priorità per chi, dopo 20 o 30 anni di lavoro, è stato o sta per essere
licenziato, non trova altri lavori e vede la pensione irraggiungibile;
· E’ una
priorità per tante/i anziane/i che dall'inizio della crisi aiutano figli
e nipoti che hanno perso o non hanno trovato lavoro. Vorrebbero un futuro di
lavoro per i loro cari;
· E’ una priorità
per tante/i laureate/i che, dopo 20 anni di studio, vorrebbero lavorare nel loro
paese e non essere costretti a emigrare;
· E’ una priorità
per tante donne che vogliono parità nel mercato del lavoro e nel lavoro.
Con
la fiaccolata del 10 maggio vogliamo dare voce a queste priorità.
Il lavoro non è solo una fonte di reddito, è dignità. E’ la condizione per realizzare la propria personalità e la propria vita.
Il lavoro non è solo una fonte di reddito, è dignità. E’ la condizione per realizzare la propria personalità e la propria vita.
Senza lavoro non c'è libertà e diventa fragile la
democrazia.
Di sola austerity
muore il lavoro.
Lo avevano sancito i nostri costituenti mettendo a
fondamento della nostra Repubblica non il censo o la proprietà, ma il lavoro.
Perché non fosse una pura utopia hanno scritto l'articolo 3 della Costituzione.
Chiediamone
insieme il rispetto.
Tante, troppe persone prive di
lavoro sono già state vinte dalla disperazione e dalla solitudine e hanno
compiuto su se stessi gesti estremi. Adesso basta, si guardi al Paese reale, alla
vera emergenza sociale. Per dare un futuro al nostro Paese.