Art.1

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mercoledì 15 ottobre 2014

La battaglia del Silp Cgil che ha impedito l’inasprimento dei requisiti per l’accesso al pensionamento e per lo sblocco del tetto salariale. SILP CGIL: Un impegno per la difesa dei tuoi diritti!

Il Decreto Legge del 6 dicembre 2011 n. 201 convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011 n. 2014, prevedeva l’armonizzazione all’Assicurazione generale obbligatoria dei requisiti di accesso al pensionamento di alcune categorie di lavoratori tra cui il personale della Polizia di Stato e di altro personale del comparto.

La data di efficacia del provvedimento da emanare era il 1° luglio 2012. A partire da quel momento è stata incessante l’attività’ di dissenso da parte del SILP CGIL al fine di ostacolare l’emanazione del DPR che andava a peggiorare i requisiti di accesso alla pensione .

Al riguardo venivano emanate diverse bozze di regolamento, tutte respinte dalla nostra O.S., bozze che avrebbero previsto: l’elevazione dei requisiti di accesso a domanda; l’eliminazione della pensione privilegiata limitandola soltanto ai casi di dispensa dal servizio per causa di servizio; la limitazione degli incrementi figurativi cristallizzandoli a quelli maturati al 30 giugno 2012.

In particolare, nell’ultima bozza diffusa il 4 febbraio 2013 , era previsto l’accesso al pensionamento di vecchiaia a 61 anni e 3 mesi e, dal 2018, a 63 anni , mentre per le pensioni anticipate era previsto l’incremento a 42 anni e tre mesi del requisito rispetto a quello previgente dei 40 anni ma, non solo, con la riduzione del trattamento dell’1 o 2% laddove l’accesso fosse avvenuto prima dei 58 anni. Penalizzazione, queste, simili a quelle vigenti per i dipendenti pubblici in genere, introdotte con la legge “Fornero” ed attualmente in vigore.

Il Silp Cgil, a fronte di quanto prospettato intensificò il proprio impegno e protesta attraverso volantinaggi e presidi, richiedendo altresì incontri con i ministeri competenti contattando reiteratamente i gruppi parlamentari di riferimento attraverso audizioni presso le commissioni competenti del Senato e della Camera, sottolineando l’assoluta, profonda ed irremovibile contrarietà a qualsiasi ulteriore penalizzazione a cui era già stata purtroppo oggetto, in passato, anche la Polizia di Stato (in particolare nel 1996 con l’introduzione del sistema contributivo “legge Dini” e per il mancato avvio della previdenza complementare compresa la finestra mobile “riforma Tremonti del 2010”), depositando, in merito, le osservazioni al Senato in data 31 maggio 2013.

Nell’interesse primario della categoria e a seguito del contrasto incessante da parte della nostra Organizzazione si otteneva che il Consiglio dei Ministri approvasse l’armonizzazione entrata in vigore con il DPR del 21 ottobre 2013 n. 157, pubblicata in G.U. il 16 gennaio 2014, senza che, tale provvedimento, comprendesse anche il comparto sicurezza; nel testo, infatti, nessuna norma era riferita al comparto nè al personale della Polizia di Stato.

Il Ministero del Lavoro, con Comunicato pubblicato in G.U. n. 31 del 7 febbraio 2014 provvedeva pertanto a correggere il testo iniziale escludendo anche dall’oggetto il personale del Comparto.

Le modifiche peggiorative, che prevedono la permanenza in sevizio mediamente per ulteriori due anni riguardarono, perciò, esclusivamente le seguenti categorie di lavoratori, alcune delle quali, come noto, sono categorie appartenenti a quelle definite “usuranti”ovvero: spedizionieri doganali, poligrafici, personale viaggiante dei servizi di trasporto pubblico, personale di volo delle aziende di navigazione aerea, lavoratori marittimi, dello spettacolo, sportivi professionisti , assistenti di volo. E, risultato importante, NON il nostro personale!

Indubbio e oggettivamente incontrovertibile il fatto che la protesta, permanente, logica, legittima e l’impegno profuso nonostante il difficile momento e le circostanze, ci ha permesso di ottenere un grandissimo risultato sotto l’aspetto della tutela sindacale, ovvero quello del mantenimento dei requisiti previgenti al 31 dicembre 2011, modifiche negative che hanno colpito tutti gli altri lavoratori interessati all’armonizzazione.

Il risultato eccezionale ottenuto ci impone però anche di mantenere l’attenzione ancora alta poiché l’ invito del FMI all’Italia ad intervenire ancora sulle pensioni attraverso il blocco delle indicizzazioni non ci fa stare tranquilli.

Attualmente ci siamo “concentrati” sullo sblocco del tetto salariale che ha comportato e comporta iniquità e disagi economici notevoli per il nostro personale e, anche questo positivo risultato con la non reintroduzione del blocco dal 2015, va annoverato tra le cose fatte rispetto alle quali abbiamo profuso impegno e continuità.

Ciononostante conduciamo, comunque, anche la lotta per lo sblocco delle risorse da destinare al rinnovo del contratto per gli operatori della Polizia di Stato, tutti motivi per sostenere il nostro lavoro ed essere sempre più vicini al Silp Cgil.

SILP CGIL: UN SOLO OBIETTIVO, LA TUA TUTELA!