Per la Funzione Pubblica "tutte queste manovre sono un'aggressione nei confronti del lavoro pubblico. C'è l'idea di colpire il lavoro pubblico e i servizi pubblici erogati. Riducendo sempre più i servizi pubblici si dà tutto in mano a privati"
Per i dipendenti dei ministeri la perdita media in busta paga a regime sarà di 210 euro, per i lavoratori delle agenzie fiscali di 270 euro, per quelli degli enti pubblici non economici (Inps e Inail) di 290 euro, per i dipendenti delle regioni e delle autonomie locali di 215 euro e per quelli del servizio sanitario nazionale di 230 euro.
La perdita del potere di acquisto, secondo il sindacato, si riflette inevitabilmente sui consumi con un impatto, stimato, dal 2010 al 2014 mediamente in 6.500 euro a lavoratore.
“Tutte queste manovre - ha spiegato il responsabile dell'ufficio studi della FP CGIL, Vincenzo Di Biasi - è un'aggressione nei confronti del lavoro pubblico. Sicuramente c'è una questione economica ma a parere nostro c'è l'idea di colpire il lavoro pubblico e i servizi pubblici erogati. Riducendo sempre più i servizi pubblici si dà tutto in mano a privati. Il settore che ha un impatto ancora maggiore è il servizio sanitario nazionale perchè il mancato rinnovo dei contratti incide sul singolo lavoratore che è demotivato rispetto alla prestazione ma la riduzione degli stanziamenti del servizio sanitario nazionale metterà in gravissime difficoltà le strutture sanitarie pubbliche nell'erogare i servizi sui quali il cittadino poteva fare conto”.