Art.1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

giovedì 16 agosto 2012

La Cancellieri non mette mano alla riforma delle polizie e lascia che i tagli affondino la sicurezza dei cittadini e la professionalità dei nostri lavoratori

"Non spetta a noi, tocca ai politici" è questa la tesi del Ministro dell'Interno a proposito della riforma delle forze di polizia. Secondo il Ministro del Governo tecnico che doveva mettere mani nell'immobile incompetenza dei politici, spetta ad un suo successore "forte di un mandato elettorale riunire sotto un'unica direzione le forze di polizia".
Noi crediamo che la verità sia un'altra. La materia è delicata, difficile da affrontare senza variare equilibri o disequilibri che rendono il nostro sistema della sicurezza inefficiente e irrazionale. E anche i tecnici si sottraggono alla responsabilità di cambiare il Paese, è evidente. L'Italia resta il luogo dove il cambiamento e le riforme avvengono esclusivamente a fini di propaganda mediatica o d'interesse di parte.
Certo, si tratta di un progetto complesso, penalizzante per certi aspetti, ma necessario per altri. Ed è vero anche che una riforma di questa portata avrebbe bisogno di un forte mandato politico elettorale, difficile da realizzare oggi. Qualcosa, però, va fatto perché il sistema sicurezza non può permettersi ulteriori penalizzazioni con tagli lineari e  sacrifici di carattere economico per lavoratori che operano in condizioni sempre più estreme, impegnati in una quotidiana attività di supplenza della responsabilità di una classe politica e dirigente che ha dimostrato inadeguatezza e incapacità nel rappresentare il Paese.
I 3 miliardi di tagli del governo Berlusconi e quelli previsti dall'esecutivo ci metteranno ancora più in ginocchio.
Mancano le risorse per sostenere le spese di carburanti, affitti, pulizie, approvigionamenti perchè sempre più spesso i fornitori ricorrono a procedure legali per ottenere quanto dovuto, mentre resta in piedi un modello culturale che appartiene sempre più ad un passato non più sostenibile. Dal punto di vista contrattuale ogni incontro è preceduto da una dichiarazione di assenza di risorse che rende inutile proseguire qualsiasi trattativa.
Così, dopo la conferenza stampa di Ferragosto preceduta da impegnativi videocollegamenti con tutte le centrali operative delle forze dell'ordine e del soccorso di tutta Italia, siamo tornati alla quotidiana attività fatta di procedure farraginose, di mezzi inadeguati, di uffici sporchi, di notti nei boschi della Valle di Susa o contrapposti ai lavoratori dell'ILVA di Taranto, di tagli alle indennità, di buoni pasto insufficienti, di scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro, di tant'altro e della solita impotenza e paura di cambiare.
Nicola Rossiello