Art.1

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mercoledì 8 agosto 2012

La "spending review" è legge

Il decreto sulla spending review è legge. L'aula di Montecitorio ha approvato definitivamente il testo con 371 voti a favore, 86 contrari e 22 astensioni. Il decreto taglia la spesa pubblica di 4,5 miliardi quest'anno, 10,5 il prossimo e 11 nel 2014. Le misure principali riguardano lo stop all'aumento dell'Iva, l'aumento dell'Irpef nelle Regioni in deficit nella sanità, le tasse per gli universitari fuoricorso o con reddito basso, le nuove regole sulle prescrizioni di farmaci generici, il tetto agli stipendi dei manager delle società non quotate partecipate dallo stato. Il provvedimento non ha subito modifiche rispetto al testo proposto alla Camera.
Per quanto riguarda direttamente la nostra professione, le novità sono quelle contenute nella scheda tecnica che abbiamo qui pubblicato martedì 31 luglio scorso:
Le PA dovranno ridurre dall'anno in corso le spese per acquisti di beni e servizi. Tra i tagli, 5 milioni in meno per le intercettazioni.
Slitta di due anni l'obbligo del taglio del 15% degli affitti per immobili in uso alle PA.
Tutte le amministrazioni, compresa Bankitalia, taglieranno la spesa del 50%.
Carabinieri, GdF, Capitanerie di porto e Polizia penitenziaria non subiranno tagli sul numero di ufficiali e promozioni.
Le amministrazioni pubbliche potranno acquistare servizi di energia, gas, carburanti e telefonia anche al di fuori delle convenzioni Consip, a condizione che la spesa sia inferiore.
Pe ri Ministeri, risparmi di 1,7 mld nel 2013, 1,5 nel 2014 e 2015. 
Riduzione del 20% degli organici dei dirigenti pubblici e del 10% del personale non dirigente. Buoni pasto non superiori a 7 euro.
Raddoppiano i risparmi per la riorganizzazione delle prefetture, mentre per le città metropolitane saranno create specifiche conferenze per definirne lo statuto.
Per il personale del Ministero dell'Interno e per i diplomatici e i dirigenti degli Esteri il termine per la riduzione degli organici viene spostato al 30 aprile 2013, sei mesi in più rispetto al 31 ottobre 2012 stabilito per tutti.
Si tratta dell'ennesima operazione di bilancio fatta di tagli lineari, sotto la minaccia delle possibili reazioni dei mercati, che colpiscono in special modo i servizi ai cittadini e di conseguenza l'occupazione. 
Il Governo Monti si sottrae, analogamente a ciò che era avvenuto con il precedente Governo Berlusconi, ai percorsi di democrazia parlamentare imponendo le proprie scelte al Paese senza intaccare minimamente sprechi, privilegi e disequilibri fra la ricchezza di pochi e la povertà di tanti. 
Nicola Rossiello