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mercoledì 26 settembre 2012

Crisi: Camusso, mobilitazioni di dimensione europea per far valere le ragioni del lavoro


Da Madrid in occasione dell'incontro con i sindacati spagnoli, il Segretario Generale della CGIL Camusso ha sottolineato l'importanza di una mobilitazioni di dimensione europea che contrasti la crisi e le politiche di rigore e che parli ai tanti giovani che oggi vivono una condizione di incertezza e di precarietà.  
 
“I lavoratori e il movimento sindacale europeo oggi devono affrontare principalmente due problemi”. E' quanto afferma il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, nel suo intervento all'incontro: 'Le alternative alla crisi e il futuro dell'Europa', in corso a Madrid e organizzato dai due sindacati spagnoli Comisiones Obreras e UGT con la Fondazione Ebert.

“Il primo è il tema della democrazia, che viene messa in discussione, degli Stati nazionali che perdono sovranità ed autonomia rispetto ad istituzioni e strutture finanziarie che non rispondono direttamente ai cittadini e ai parlamenti. Tutto ciò, unito alle politiche di austerità e di rigore che si stanno praticando, comporta inevitabilmente anche una riduzione del ruolo delle organizzazioni sindacali”: sostiene il segretario della CGIL.
Vivere tra la gente le ragioni del lavoro. Di fronte al bivio tra continuare nella prospettiva europea o dirigersi verso la rottura dell'Europa, noi diciamo con forza che siamo per continuare un percorso comune alle nazioni e alle popolazioni europee. Ma avvicinare l'Europa ai lavoratori significa soprattutto ricostruire tra essi un rapporto di fiducia, cambiando radicalmente le scelte politiche ed economiche e dimostrando concretamente - con, ad esempio, la socializzazione del debito e la sperimentazione di nuovi strumenti come eurobond e project bond - la volontà di cambiare strada rispetto a misure che non solo non risolvono la crisi ma contribuiscono ad aggravarla".

“Per far fronte a queste sfide - conclude Camusso - occorre che la confederazione europea dei sindacati abbia un ruolo, un profilo, una visibilità chiari e riconosciuti. Dato che il tempo non è una variabile indipendente, è giunto il momento per efficaci mobilitazioni di dimensione europea che contrastino la crisi e le politiche di rigore. E che, in particolare, parlino ai tanti giovani che oggi vivono una condizione di incertezza e di precarietà, intravedono prospettive meno positive di quelle delle generazioni precedenti. Questi giovani rappresentano la scommessa e il futuro dell'Europa e meritano una grande lotta di respiro europeo per affermare la necessità di occupazione nuova e buona come leva per ricostruire fiducia e speranza”.

“Il secondo è che se le politiche europee sono solamente politiche di tagli, di sacrifici, di messa in discussione della contrattazione collettiva e dei sistemi di protezione sociale, allora l'effetto certo è l'allontanamento dei cittadini e dei lavoratori dal sogno europeo”: aggiunge Camusso.

Per il leader della CGIL, occorre che la confederazione europea dei sindacati “affronti con maggiore decisione entrambi i problemi, uscendo dalle stanze di Bruxelles e facendo vivere tra la gente le ragioni del lavoro. Di fronte al bivio tra continuare nella prospettiva europea o dirigersi verso la rottura dell'Europa, noi diciamo con forza che siamo per continuare un percorso comune alle nazioni e alle popolazioni europee. Ma avvicinare l'Europa ai lavoratori significa soprattutto ricostruire tra essi un rapporto di fiducia, cambiando radicalmente le scelte politiche ed economiche e dimostrando concretamente - con, ad esempio, la socializzazione del debito e la sperimentazione di nuovi strumenti come eurobond e project bond - la volontà di cambiare strada rispetto a misure che non solo non risolvono la crisi ma contribuiscono ad aggravarla".


“Per far fronte a queste sfide - conclude Camusso - occorre che la confederazione europea dei sindacati abbia un ruolo, un profilo, una visibilità chiari e riconosciuti. Dato che il tempo non è una variabile indipendente, è giunto il momento per efficaci mobilitazioni di dimensione europea che contrastino la crisi e le politiche di rigore. E che, in particolare, parlino ai tanti giovani che oggi vivono una condizione di incertezza e di precarietà, intravedono prospettive meno positive di quelle delle generazioni precedenti. Questi giovani rappresentano la scommessa e il futuro dell'Europa e meritano una grande lotta di respiro europeo per affermare la necessità di occupazione nuova e buona come leva per ricostruire fiducia e speranza”.