Art.1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

sabato 26 ottobre 2013

Allievi del 186° corso - le criticità che il SILP CGIL ha contestato a Torino.

Come organizzazione sindacale della CGIL siamo stati accanto agli allievi del 186° corso per la durata del corso, ne abbiamo condiviso l'avvicinamento al percorso professionale che dal 7 ottobre ha portato gli allievi nelle sedi di destinazione. Quelli giunti a Torino hanno immediatamente sperimentato le difficoltà che spesso caratterizzano la vita della nostra Amministrazione. Sono emerse, infatti, alcune criticità rilevanti.
 
A questi "lavoratori" - non "ragazzi" come qualcuno si ostina a definirli impropriamente - spetta, durante tutto il periodo di tirocinio presso ogni sede di assegnazione, il vitto completo comprensivo di prima colazione.
A Torino, salvo poche eccezioni, gran parte dei nuovi arrivati alloggia nel centro polifunzionale di via Veglia, mentre la mensa di servizio individuata per la fruizione dei pasti è quella della caserma "Balbis". Le due sedi distano circa 7 km l’una dall’altra e richiedono una percorrenza in auto di poco meno di mezz’ora. Dal 7 ottobre scorso, per poter consumare i pasti sono costretti a sostenere un’evidente spesa in termini di spostamento e di parcheggio dei veicoli nelle aree di sosta a pagamento. La navetta messa a disposizione o l’alternativo uso dei mezzi pubblici li obbliga ad una permanenza di svariate ore a bordo di questi mezzi di trasporto.
Il risultato è che ogni lavoratore tirocinante, nella più favorevole ipotesi di poter consumare almeno un pasto in mensa, sostiene una spesa quotidiana di almeno una ventina di euro che equivale a circa 600 euro mensili!
 

Ci è parso doveroso sollecitare l'Amministrazione per trovare una diversa soluzione.
La prima ipotesi che abbiamo prospettato è stata quella di suggerire la consumazione del vitto e colazione presso la mensa del V Reparto Mobile, la quale si trova a poche centinaia di metri dagli alloggi. La seconda ipotesi è stata quella di procedere alla stipula di una convenzione con gli esercizi commerciali situati nelle immediate vicinanze degli alloggi come avviene per le altre Questure.
Si tratta di soluzioni di evidente ragionevolezza che risparmierebbero ai tirocinanti: di sostenere rilevanti spese in un contesto economico generale particolarmente critico, di garantire loro pasti adeguati e regolari, di recuperare tempo
utile per il riposo e per l’effettuazione dei personali impegni, e in ultima analisi, ma non per questo di minore importanza, di ridurre la circolazione veicolare e migliorare la qualità dell’aria di una città che è classificata come l’ottava al mondo per livelli di inquinamento.

Naturalmente abbiamo anche contestato la disposizione che impone il rientro dei lavoratori negli alloggi entro l'una di notte. Si tratta infatti di una determinazione che non trova alcun riscontro normativo e regolamentare, nè applicazione in alcuna provincia d'Italia.
Il Decreto del Capo della Polizia Direttore Generale della PS n. 500.C1/C.1E(186)3 del 23 agosto 2013, con il quale si sancisce il percorso di applicazione pratica del 186° corso, non prevede restrizioni in tal senso e considera i lavoratori alla stregua del personale dei ruoli effettivi, limitandone esclusivamente l’impiego in modalità isolata e priva di affiancamento da parte di personale esperto.
I lavoratori non sono più ospiti di istituti di istruzione, all’interno dei quali valgono le regole di convivenza di comunità; hanno alle loro spalle una precedente esperienza professionale nell’Esercito, anche di numerosi anni, pertanto non possono essere considerati cittadini e operatori di polizia privi della necessaria consapevolezza e responsabilità del proprio ruolo sociale e professionale.
Come organizzazione sindacale della CGIL non possiamo che sottolineare e condividere la frustrazione dei nuovi colleghi che oggi si sentono umiliati ed estranei alla nostra Amministrazione, per questo abbiamo chiesto al Questore di rivedere la disposizione dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale che impone il rientro monacale.

 
Nicola Rossiello