Art.1

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mercoledì 17 settembre 2014

Gianna Fracassi: la Cgil condivide la protesta del comparto sicurezza e difesa

"La Cgil condivide la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici dei comparti difesa e sicurezza perché si inserisce nella protesta più generale per lo sblocco dei salari e il rinnovo del contratto che riguarda tutto il pubblico impiego. Sono quattro anni che i settori pubblici “pagano” le politiche recessive dei governi che si sono succeduti, è francamente inaccettabile che gli stipendi dei lavoratori vengano costantemente bloccati per far cassa".
Lo afferma Gianna Fracassi, Segretario Confederale della CGIL.
La Cgil ha sollevato da tempo il tema delle condizioni di lavoro di questi comparti. "Lo ha fatto, - afferma l’esponente sindacale - partendo dal comparto sicurezza insieme al SILP Cgil, per mettere in evidenza che oltre al blocco dei salari assistiamo ad un impoverimento complessivo delle risorse umane e materiali. Questo è l’effetto dei tagli lineari che invece di colpire gli sprechi e le inefficienze, hanno avuto effetti sulle condizioni di lavoro degli operatori di questo settore e alla fine sui cittadini".
Ma per Gianna Fracassi , quella sul pubblico impiego è una partita che va giocata tutti “insieme” ed è per questo che la CGIL su questo: "Ha avviato una vertenza generale; quindi è una battaglia unitaria che deve necessariamente tenere insieme le specificità dei vari comparti. E'sbagliato – aggiunge - contrapporre le istanze dei comparti difesa e sicurezza con quelle di tutto il resto del pubblico impiego. Pur con l'attenzione dovuta alle specificità dei singoli comparti il nodo di fondo che accomuna tutti, era e continua ad essere, l'idea di un arretramento continuo delle relazioni sindacali, nella concertazione e alla fine dei diritti dei lavoratori".
Alla affermazione del Presidente del Consiglio il quale ha detto che i sindacati fanno male agli uomini in divisa, la Fracassi risponde: "Per Renzi la rappresentanza sociale in generale mi sembra sia un problema. Credo che mai come questa volta la mobilitazione che sindacati e Cocer hanno messo in campo, dimostri esattamente il contrario. Vale sempre ma nei periodi di crisi assume una rilevanza particolare, la tutela collettiva è la più efficace per raggiungere risultati. Se non c'è rappresentanza collettiva, i lavoratori sono soli e quindi più deboli nel tutelare i loro diritti".
Allo stesso modo, quando il premier dice si al confronto ma no ai ricatti, "La valuto non all'altezza della situazione soprattutto se la metto insieme all'appellativo “indecorosi” indirizzato ai rappresentanti dei comparti".
Ma in questi giorni si è sentito di tutto e di più… Di riforma della P.A. di "grasso che cola", di unificazione delle Forze di Polizia di efficientamento dello strumento militare ecc...Questioni che andrebbero tenute separate mentre si rischia di insistere solo sui tagli di spesa lineari….
"E' così. Sono quattro anni che ci viene spiegato che occorre intervenire sul pubblico per ridurre gli sprechi e le inefficienze, afferma ancora il segretario confederale Gianna Fracassi - Purtroppo tutto ciò ad oggi si è sviluppato non con un'idea seria di riforma ma sostanzialmente con i tagli lineari, che hanno determinato un peggioramento delle condizioni di lavoro del personale. Come accaduto in altri settori pubblici, quindi, gli interventi di revisione della spesa, non andando a colpire gli sprechi, ma facendo operazioni indiscriminate, riverberano i propri effetti sul destinatari ultimi dei servizi pubblici vale a dire i cittadini e le cittadine. Siamo alla vigilia di una ulteriore riduzione lineare delle risorse dei Ministeri, ma non vedo in questo che una vecchia ricetta che conosciamo bene.
Il blocco delle retribuzioni è servito e serve unicamente come ho già detto a far cassa. Sono questioni distinte che però in questa fase vengono strumentalmente associate per supportare un'idea sbagliata delle retribuzioni dei dipendenti pubblici in questo paese. Il grasso che cola, appunto. Ma la media delle retribuzioni ci conferma esattamente l'opposto, l'impoverimento complessivo degli stipendi.
Come sindacato noi crediamo che nell'ambito di un serio ragionamento di riforma il tema dell'efficienza delle amministrazioni si possa e si debba coniugare con i diritti dei lavoratori. L'idea cioè che anche attraverso la negoziazione e i contratti si può innalzare la qualità dei settori pubblici, migliorando la vita dei cittadini e delle cittadine".
Ed infine i Diritti sindacali nelle FF.AA.. Le condizioni, i tempi e i riferimenti costituzionali e internazionali sono maturi per procedere a loro riconoscimento. "Ne sono assolutamente convinta e credo che le vicende di questi ultimi giorni mi diano ulteriore conferma. Modernizzare e cambiare - parole molto usate da questo governo- significa anche riconoscere diritti e agibilità sindacali anche per i militari. Non c'è per la CGIL solo un tema di cambiamento, conclude Gianna Fracassi - c'è soprattutto una battaglia democratica per il riconoscimento di questi diritti che noi intendiamo sostenere con determinazione".