Art.1

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martedì 21 maggio 2013

Punti di vista sulla crisi economica e sui suoi effetti.

La crisi economica morde il freno, la povertà e la disperazione aumentano, le disuguaglianze sono sempre più marcate, mentre la politica nazionale si contorce in indegne "beghe condominiali".
Pubblichiamo di seguito un interessante percorso sulle prospettive recenti di autorevoli testimoni di questo tempo. Si tratta di testimonianze sorprendentemente ignorate che ci toccano da vicino, personalmente ma anche professionalmente. 
Una mini antologia di "visioni" che si chiude con il pensiero di Antonio Gramsci sul tema dell'indifferenza, elemento trasversale della nostra esistenza. 
Fermare questo indirizzamento verso un futuro preoccupante, nei cui confronti non si vedono prospettive di soluzione positive, è doveroso per i cittadini e per i lavoratori di polizia. 
Serve, anche da parte dei "servitori dello Stato" per eccellenza, una partecipazione cosciente, responsabile e coraggiosa.
 
 “Va riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. La paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei paesi cosiddetti ricchi, la gioia di vivere va diminuendo, l’indecenza e la violenza sono in aumento, la povertà diventa più evidente. Il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune. Oggi l’essere umano è considerato egli stesso come un bene di consumo che si può usare e poi gettare: una deriva che si riscontra a livello individuale e sociale e che viene favorita."  

Papa Francesco Bergoglio


"Dobbiamo abituarci ad un aumento della violenza anche da noi. L’Europa non è al riparo da situazioni difficili e potrebbe assistere a manifestazioni che sfociano in violenza come nel caso di Londra e Atene nel 2012. Per noi la situazione di tensioni sociali europee rappresenta una nuova sfida che non ha pari nel passato dell’organizzazione. Ma siamo pronti attraverso le società nazionali ad adattare la nostra strategia ai bisogni della popolazione. Per la prima volta stiamo assistendo a un incremento della pressione fra gli europei. Con un numero crescente di persone che diventano realmente povere. Senza contare che diversi Stati europei stanno tagliando le spese nel welfare per via della crisi economica."
Yves Daccord, Direttore generale Comitato internazionale della Croce rossa


“Il mondo è seduto sopra una bomba a orologeria sociale, politica ed economica, innescata da una crisi dei diritti umani. Dietro alla crisi economica si cela un'esplosiva crisi dei diritti umani. La recessione ha aggravato le violazioni dei diritti umani, distolto l'attenzione da esse e creato nuovi problemi. Prima, i diritti umani erano messi in secondo piano in nome della sicurezza, ora in nome della crisi economica”. La crisi ha aggravato “la mancanza di cibo, di lavoro, di acqua potabile, di terra e di alloggio” ma anche portato, ad un “aumento di disuguaglianza, xenofobia, razzismo, violenza e repressione”. “Osserviamo nel mondo crescenti segnali di rivolta e violenza politica. Il rischio è che la recessione porti con sé maggiore repressione."
Christine Weise Presidente sezione italiana di Amnesty international
 
 
"In alcuni Paesi la crisi economica ha raggiunto livelli che incrinano la fiducia in dignitose prospettive di vita e che rischiano di innescare forme di protesta estreme e distruttive".

Mario Draghi - Governatore della BCE

"La crisi economica e la povertà sono il motore del disagio e possibile suscitatore di violenza, ma la situazione dell'ordine pubblico è serena, la cooperazione tra le forze di polizia efficace, i punti di crisi assolutamente presenti e mi sento quindi di rassicurare tutti".
Angelino Alfano - Ministro dell'Interno
 
 
"L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci