Art.1

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venerdì 9 marzo 2012

PENSIONI COMPARTO SICUREZZA E DIFESA, IL GOVERNO SI RIMANGIA LE PROMESSE

A dicembre scorso, in occasione della presentazione della manovra finanziaria, avevamo ricevuto rassicurazioni da parte del Presidente del Consiglio Monti circa la tutela della specificità dei lavoratori del comparto sicurezza e difesa.
Il 7 marzo scorso il Governo ha fatto marcia indietro con le organizzazioni sindacali determinando un inasprimento delle condizioni di accesso dei lavoratori alla pensione dichiarando di voler innalzare fino a tre anni il limite di età per accedere alla pensione di vecchiaia, di elevare il limite di età e ridurre la contribuzione figurativa per accedere alla pensione anticipata.
Il cambio di orientamento dimostra una insensibilità verso le condizioni di vita e di lavoro degli operatori della sicurezza. E’ grave la previsione di impegnare i poliziotti nella sicurezza dei cittadini anche quando le condizioni fisiche non potranno più garantire l’efficienza dei servizi e la tutela della propria incolumità.
E’ evidente che l’innalzamento delle aspettative di vita non corrisponde alla conservazione delle condizioni fisiche necessarie allo svolgimento dell’attività professionale, in particolare di quella del servizio di polizia.
La visione ragionieristica ed economica del governo, unita all’assenza di volontà di cercare il confronto con chi opera nel settore e con chi li rappresenta ci costringe a determinare uno stato di dura mobilitazione di una categoria fatta di lavoratori che affrontano, armati, situazioni complesse e rischiose di controllo del territorio e di ordine pubblico, anche di quella TAV a cui i politici, lavoratori dell’intelletto, non sanno dare soluzione.

Nicola Rossiello