Art.1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

martedì 8 gennaio 2013

SILP CGIL Piemonte: il lavoro come pietra angolare della campagna elettorale 2013

E' il lavoro il tema centrale che dovrà caratterizzare la campagna elettorale già in corso, un percorso doveroso per ogni forza politica impegnata nelle prossime elezioni politiche. Il Paese non può rinunciare al confronto sul tema del lavoro e insieme ad esso ai temi della legalità, della mafia e della corruzione.

Per la cronica assenza di soggetti politici adeguati, i lavoratori di polizia sono da troppo tempo i soli protagonisti del "confronto di piazza" sui temi di una crisi epocale che sta sottoponendo le fasce più deboli della popolazione ad una sofferenza estrema. Una sofferenza che percepiamo sulla propria pelle grazie al quotidiano confronto con lavoratori, cassintegrati, disoccupati e con tutti coloro che che protestano per gli effetti ingiusti delle scelte politiche universalmente agite fino ad oggi. Scelte effettuate in nome di ideologie moderne lontane dalle dimensioni dell'esistenza di ogni cittadino. Crescita e sviluppo illimitato ci hanno condotto all'estremizzazione dei percorsi produttivi per un consumo illimitato e per profitti raccolti da pochissimi, unico effetto concreto del mercato globale.

La rottura del patto con i lavoratori, come è accaduto nella vicenda Fiat, sta avendo ed avrà conseguenze disatrose sugli equilibri sociale e politici. Un collasso falsamente considerato inevitabile pagato da lavoratrici, lavoratori e soggetti considerati non produttivi, ma anche da popolazioni di altri continenti costrette ad un adeguamento sociale e produttivo moralmente inaccettabile. La politica attuale è parte integrante di questo perverso viatico che da qui a poco sarà insostenibile per tutti.

Stanno riemergendo segnali preoccupanti per chi si occupa di sicurezza, per chi è testimone di un deterioramento quotidiano della coesione sociale. Aumentano i poveri, le diseguaglianze economiche, il disagio che favoriscono lo sviluppo della criminalità e della violenza. La disoccupazione e la precarietà esistenziale conducono ad atteggiamenti violenti e distruttivi che minano, in special modo, le aspettative delle nuove generazioni già condannate ad un esistenza difficile.

Ogni forza politica che agirà per favorire la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, divaricando ed ampliando le differenze sociali, avrà la responsabilità di svuotare ulteriormente di contenuti la democrazia e di vanificare i principi straordinari della nostra Costituzione, condannando l'intero Paese ad una crisi ancora più lunga e complessa.

Serve, invece, di ripensare il modello dell'esistenza umana anche a livello globale, di ricostruire la società partendo dal lavoro e passando attraverso un'azione di riforma vera, non legata solo a false priorità qual'è quella di una crescita che, ormai, è andata oltre i limiti fisiologici. Non si può creare ricchezza all'infinito, non si può restare ancorati ad un sistema di valori strettamente materiali.

La politica che noi ammetteremo sarà quella che saprà ridefinire in modo partecipato ed effettivamente democratico le istituzioni, l'economia e l'equilibrio sociale del Paese. Un percorso che passa prioritariamente e necessariamente attraverso la centralità del tema del lavoro come pietra angolare della nostra società.

Nicola Rossiello