Art.1

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martedì 30 aprile 2013

LA CRISI DEL SISTEMA SANITARIO - UNA ULTERIORE UMILIAZIONE PER IL PAESE

Il Sistema sanitario nazionale è in crisi. I tagli squilibrati e gli ulteriori due miliardi di ticket introdotti dall’ultima manovra di Berlusconi, previsti per il 2014, costituiranno il colpo di grazia finale. Complessivamente, nel periodo 2011-2015 il sistema sarà sottoposto a tagli lineari per 30 miliardi di euro. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale che colpisce tutti i lavoratori, compresi quelli della sicurezza e le loro famiglie.

Davanti ai due milioni gli italiani in fuga dalla sanità perché non in grado di sostenere i costi del ticket, il Censis ha segnalato un fenomeno di proporzioni addirittura più vaste: nove milioni di italiani hanno rinunciato alle cure nel 2012 per motivi economici. Chi è in grado di farlo ricorre alla sanità privata, che diventa spesso più conveniente di quella pubblica appesantita dai ticket. A ciò si aggiunga il rischio povertà che interessa tre milioni di famiglie, il 30% dei malati rinuncia a curarsi e tra questi nove su dieci sono anziani.

I tagli scriteriati al nostro servizio sanitario nazionale, da molti considerato tra i migliori al mondo, mettono in discussione la garanzia dei livelli essenziali di assistenza sanitaria per i cittadini; peggiorano le condizioni di lavoro degli operatori e aggrediscono anche l’occupazione; ostacolano la revisione appropriata della spesa che pure sarebbe necessaria. I debiti insoluti dello Stato stanno mettendo in ginocchio i fornitori, i quali rinunciano al servizio o sono costretti a chiudere, lasciando il posto alle sole multinazionali in grado di sopportare il mancato saldo dei pagamenti.
 
I due miliardi di ticket, introdotti dall’ultima manovra di Berlusconi e previsti per l’anno prossimo, costituiranno l’ennesima spinta verso la sanità privata che nega alla radice l’idea della salute e delle cure come diritti universali di cittadinanza.
 
Noi riteniamo che il welfare sia una conquista importante del secolo scorso da difendere senza esitazioni. Serve che anche gli operatori delle forze di polizia si mobilitino per fare sentire la propria voce e rivendicare i propri bisogni di cittadini oltre a quelli di lavoratori.

Quella rituale solidarietà che la politica ci fa pervenire solo all’indomani di fatti di cronaca che vedono i nostri lavoratori e l nostre famiglie vittime incolpevoli del disagio sociale e della disperazione nel Paese, ci avvilisce e ci umilia ulteriormente.

In un Paese nel quale la pressione fiscale è altissima, l'assistenza sanitaria deve essere qualcosa di più che un semplice diritto. Deve costituire un valore irrinunciabile. E' per questo che esigiamo risposte adeguate alle criticità del momento. Non siamo disposti a rinunciare ai nostri diritti e sacrificarci, insieme alla parte più fragile del Paese, mentre chi governa il Paese non dà segnali di consapevolezza e di coscienza nell’affrontare il dramma sociale che si sta consumando, giorno dopo giorno. 

Nicola Rossiello