Art.1

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mercoledì 17 aprile 2013

Lavoro e welfare le priorità per Torino e per il Paese

Dopo 5 lunghi anni di crisi, di mancate risposte e di scelte che hanno penalizzato pesantemente lavoro e welfare, si è prodotto un forte impoverimento del nostro territorio ed una vera e propria emergenza sociale.
Per questo è necessario che il lavoro e il welfare vengano assunti come priorità dell’agenda politica, a tutti i livelli. Lavoro e welfare sono strettamente connessi e interdipendenti, perché se rappresentano vere e proprie emergenze, sono le leve su cui agire per uscire dalla crisi.
Nell’incertezza del quadro politico nazionale, a maggior ragione, è indispensabile attivarsi per ottenere un cambio di rotta e risposte per le migliaia di lavoratrici e lavoratori che sono senza prospettive.
Con lo sciopero e la manifestazione del 18 aprile su sanità, assistenza, trasporti, casa, formazione professionale, vogliamo denunciare la situazione socialmente insostenibile che si è venuta a creare in Piemonte. Qui si sommano ai tagli del governo centrale le scelte sbagliate e l’incapacità della Giunta regionale di dare risposte e una prospettiva al sistema del welfare locale.

Sanità e assistenza
Si chiudono ospedali, si sopprimono reparti, si tagliano 1.500 posti letto, si programmano riduzioni di migliaia di posti di lavoro pubblici e privati, si vuole trasferire la gestione del patrimonio immobiliare indisponibile delle Aziende Sanitarie (ospedali, servizi diagnostici e amministrativi) ai privati. Tutto ciò senza criteri oggettivi e senza soluzioni alternative che, tra l’altro, potrebbero produrre risparmi importanti e risposte appropriate.
Si riducono i trasferimenti regionali ai comuni e ai consorzi socio-assistenziali, che non riescono più a far fronte ai bisogni di assistenza per i non autosufficienti e i disabili. Ciò comporta per i cittadini un aggravio di spesa per la cura e l’allungamento dei tempi d’attesa per ricevere le prestazioni a cui si avrebbe diritto.

Trasporti
I tagli al trasporto pubblico locale, i debiti della Regione nei confronti di Comuni, Provincia e azienda, la sottrazione di risorse (-100 milioni) utilizzate per tamponare altri debiti, stanno mettendo in discussione i servizi pubblici, la tenuta delle imprese e l’occupazione, proprio nel momento in cui la richiesta di trasporto pubblico è più alta, per la caduta del reddito di lavoratori e pensionati e per l’aumento consistente del prezzo dei carburanti.

Casa
Tutti i giorni, in particolare nell’area torinese, numerose famiglie rimangono senza alloggio e senza più alcuna protezione. La morosità oggi è la principale causa dei provvedimenti di sfratto.
Proprio nella situazione di maggiore difficoltà, i fondi per il sostegno degli affitti sono quasi azzerati. La Regione non ha più stanziato i finanziamenti per il completamento del piano alloggi (10.000 entro il 2012), e non assume iniziative per utilizzare e riqualificare gli alloggi esistenti e non dà un supporto alle famiglie impossibilitate a pagare l’affitto.

Formazione Professionale
Molte agenzie formative sono in crisi e alcune sono già fallite. Procedure, tecnicismi contabili e amministrativi non aiutano né le agenzie, costrette ad indebitarsi, né le imprese, a cui si rende difficile la formazione per i dipendenti.
Servirebbe un sistema formativo qualificato, reindirizzato da una vera e propria regìa regionale.
Il 18 aprile è una prima importante tappa per riscrivere l’agenda dei cambiamenti e delle priorità.
Nel mese di maggio seguirà una seconda mobilitazione incentrata sulla emergenza-lavoro.

Cassa in deroga
Le insufficienti risorse stanziate per dare un minimo di tutela a lavoratrici e lavoratori si accompagnano a procedure farraginose che impediscono l’utilizzo o ritardano i pagamenti. Il Ministero del Lavoro sa che le risorse sono insufficienti, perché servirebbe almeno un altro miliardo per coprire l’intero 2013. Senza risorse aggiuntive a metà anno si perderanno, nella nostra provincia, centinaia di posti di lavoro.

Esodati
Dopo 3 interventi tampone, centinaia di persone sono ancora senza risposta, altri senza un minimo di reddito. Occorre che siano garantite soluzioni per tutte/i, implementando di anno in anno le risorse del fondo già costituito, rendendo effettivo il diritto alla pensione.

Pagamenti alle imprese e Patto di stabilità
In totale sintonia con i Sindaci chiediamo di scorporare gli investimenti dal Patto di stabilità. E’ un atto fondamentale per i cittadini, per gli Enti Locali, per il lavoro. Si devono sbloccare risorse e con queste dare lavoro immediato mettendo in sicurezza scuole, territorio, servizi. I debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese ammontano a oltre 70 miliardi di euro.
Cooperative e imprese private non percepiscono il pagamento per le loro prestazioni, aspettando in alcuni casi anche anni, con gravi conseguenze sui lavoratori impiegati. Un intervento urgente su questi due punti favorirebbe la crescita, la tenuta e l’incremento dei posti di lavoro.

Tasse/tributi – Conseguenze sui redditi da lavoro e da pensione
Nei mesi di giugno e luglio i redditi da lavoro e da pensione, se non ci saranno cambiamenti, subiranno un ulteriore salasso. Addizionali, IMU, Tares (nuova tassa per rifiuti e servizi), aumento dell’1% dell’Iva, rischiano di mettere in ginocchio moltissime famiglie. Si tratta di prelievi che non hanno il carattere dell’equità e della progressività.
Occorrono subito cambiamenti per evitare le nuove tasse.

Vertenze aperte e politiche industriali
Lo stillicidio di chiusure e trasferimenti di imprese sta producendo una deindustrializzazione del nostro territorio, ancora caratterizzato da una forte presenza manifatturiera. Reggono le imprese che hanno innovato e che esportano sui mercati europei e mondiali, mentre sono in estrema difficoltà e in stallo, soprattutto per la mancanza di investimenti, le imprese che producono beni e servizi per il mercato interno. Il calo dei consumi, dovuto alla mancanza o alla riduzione del reddito, provoca una spirale perversa sia nel settore industriale che nel terziario. Sono oltre 40 le vertenze aperte nel nostro territorio. Dopo anni di totale assenza di politiche industriali o si attivano subito misure a sostegno dei settori manifatturieri, utili per lo sviluppo del Paese (mobilità, ICT, nano e biotecnologie, ecc..), accompagnate da una politica del credito in grado di far partire anche gli investimenti privati, o si perderanno con i posti di lavoro, eccellenze, professionalità e saperi che sono presenti nel nostro territorio.
Servono finanziamenti e scelte di priorità per non sprecare le poche risorse a disposizione.
Occorre mantenere e consolidare i posti di lavoro esistenti. A partire dal differimento della scadenza dei contratti precari nella pubblica amministrazione e nella scuola, per procedere ad un piano di stabilizzazione.

Sostenere i più deboli
L’emergenza riguarda, ovviamente, i più deboli, coloro che, giovani e non, hanno perso il lavoro e non hanno più alcun sostegno. Ci sarebbe bisogno di coniugare politiche passive e attive, mettendo in campo risorse adeguate.
In questi anni, con gli Enti Locali abbiamo cercato di dare risposte, seppur parziali, alle persone più in difficoltà. Nonostante l’impegno sindacale, la contrattazione sociale rischia di produrre magri risultati per la scarsità delle risorse esistenti nel sistema delle autonomie locali.
Ciò non deve essere un alibi, quindi bisogna rivisitare i bilanci comunali per liberare ulteriori risorse.
Abbiamo scelto di stare in campo per evidenziare le principali emergenze da affrontare, a livello locale, con il concorso di tutti i soggetti, per cercare di uscire dalla crisi.
E’ importante costruire alleanze e convergenze con gli Enti Locali, le imprese, le associazioni, per arginare la disperazione, la solitudine, il corporativismo e dare speranza nel futuro.